FIAMMA ERENDE , di Dingo Iærda, Crow-Hreidar e Amaryl.

Era una giornata afosa ad Erendia, l’aria era talmente pesante che si mandava giù a bocconi, soprattutto nella zona tra il porto e le grandi falegnamerie.
Dingo se ne stava seduto sul suo zaino, schiacciato in un angolo di ombra ricavato da tetto dell’edificio vicino alla porta di quello che poteva sembrare un negozio abbandonato. Due catenelle pendevano da una trave ma non c’era segno del cartello che avrebbe dovuto esservi appeso. L’esploratore lucidava la canna della vecchia Betsy, la sua pistola, ed ogni tanto bussava alla porta pensando “chissà se non mi apre perché si è sbronzato ieri sera; infondo è in parte nano e se ben ricordo quella era una razza che tazzava parecchio anche in solitudine…”.

Dingo: <<allora?! C’è nessuno??>>

Nel frattempo, in lontananza, staccandosi dallo sfondo del porto, una figura femminile, madida di sudore, si stava avvicinando. Anche Amaryl portava con sé un grosso zaino sulla schiena.

Crow-Hreidar: <<signor Dingo! Signorina Amaryl! Scusate il ritardo! Ero andato a procurarmi il materiale per fabbricare delle copie delle chiavi anche per voi!>>

L’orgrim sbucò da dietro l’angolo, aveva con sé un piccolo lingotto di ferro tenuto sotto il braccio.

<> gli fece Dingo <<segna pure le spese sul conto della compagnia!>>

Il mezzo nano si avvicinò alla porta, estrasse una grossa chiave e la inserì nella vecchia serratura arrugginita.

<<uno dei primi lavori che dovrò fare è dare un’aggiustata a tutte le porte…>> disse Crow-Hreidar e continuò con <<sapete, sono venuto a vivere qua solamente da poco, da quando il portale si è riaperto e siete usciti voi. Non ho avuto ancora modo di sistemare come si deve…>>

La porta faceva fatica ad aprirsi. Tirando una leggera spallata, Hreidar la spalancò e ci finì a capitombolo dentro. Un forte odore di chiuso permeava l’intero ambiente ed un paio di ratti scapparono fuori dalla porta per poi gettarsi nelle acque del porto…

<<beh?!>> fece Amaryl tra il disgustato ed il divertito <<di sicuro bisogna dare una bella pulita, anche se IO non ho la minima voglia di farlo. Cioè... dovrei lavorare a delle polveri... e…>>

La ragazza sgusciò dentro alla ricerca di un bancone da lavoro per cercare di sembrare la più indaffarata dei tre.

Anche Dingo raccolse lo zaino e si affacciò all’ingresso del locale, preceduto da Crow-Hreidar: c’era un grosso bancone in legno massello con una solida scaffalatura alla sue spalle; qualche manichino impolverato e delle mensole disadorne.


Crow-Hreidar: <<in quell’angolo c’è la mia fucina e quello è il mio bancone di lavoro. Potete prendere le postazioni che volete e sistemare come meglio credete.>>

Nei giorni seguenti l’ambiente si trasformò radicalmente. Le ragnatele e le dita di polvere sparirono completamente, i vari banconi da lavoro sistemati in modo ordinato, i vecchi attrezzi arruginiti eliminati. Ora la stanza aveva un aspetto professionale. I tre si misero alle proprie postazioni per iniziare finalmente a lavorare. Il mezzo-nano iniziò a buttare della legna all’interno della fucina e con della paglia fuoco tentò di accenderla ma senza successo.

Crow-Hreidar:<<ci deve essere la canna fumaria chiusa…>>

Dingo: <<fermi tutti! Ci siamo dimenticati della cosa più importante! Non abbiamo ancora scelto il nome per la nostra attività!>>

Amaryl: <<beh di sicuro servirebbe qualcosa che ci rappresenti. Con un significato di impatto e che resti anche nella memoria dei clienti. Ah! Un bel simbolo! Lo voglio disegnato sui sacchetti di polvere che poi vendiamo!>>

Crow-Hreidar: <<...forse tirando quella catenella…>>

Dingo: <<sì concordo! Ottime idee… mmhh…. Cosa ne dite di POLVERI SOTTILI?!>>

Amaryl: <<beh… di sicuro è fine, ma non si ricollega alla questione del simbolo. E poi è troppo legato alla armi da fuoco no? Non si ricollega al lavoro di Hreidar e molto probabilmente avremo anche altri collaboratori in futuro che magari con le armi non avranno niente a che fare… Dovrebbe essere qualcosa di potente, qualcosa che sottolinei il nostro ardore Erendiano!>>

Crow-Hreidar: <<ecco, così dovrebb…>> FWOOOOOSH!

Una grossa fiammata uscì dalla fucina e investì in pieno il povero mezzo-nano che se la cavò con qualche bruciatura leggera qua è là.

Dingo: <<forse avrei un’idea…>>