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“Fortebraccio & Scudosaldo”, di F.A.

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view post Posted on 9/11/2017, 19:37

Il "Membro" per Eccellenza

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Pianeta della Galassia esterna

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Era intenta a scorrere le pagine di un libro ormai consumato, una storia che aveva letto molte volte e che ormai conosceva a memoria, ma che trovava più che mai attuale.
Quando la porta si aprì, un refolo d’aria fece tremare la fiamma delle candele; senza alzare la testa dal libro, con un cenno della mano fece segno al ragazzo di attendere un attimo e fu solo quando arrivò al fondo della pagina che si volse verso di lui. Fu sorpresa di vedere che non era solo.
“Perdonate se vi ho interrotta e se l’ho condotto qui –disse il giovane indicando l’ospite- Ha insistito che voleva parlarvi e ho pensato fosse importante… Beh, vi lascio soli che è meglio!”
Detto ciò, il giovane si dileguò con l’abilità di una anguilla.
La donna indicò all’ospite una sedia. “Accomodati. Allora…? Che posso fare per te?”
“Veramente non saprei. Il ragazzo mi ha detto che TU volevi parlarmi...”
Ci fu un attimo di gelo e di silenzio, poi entrambi capirono di essere stati giocati e risero della cosa.
“Stavolta quel furfante l’ha combinata grossa… Ma non la passerà liscia! Appena lo prendo si pentirà di questo colpo basso!! ... Comunque... già che sei qui …puoi restare. Se ti va”.
Nel dire così scostò il pesante mantello di velluto verde in cui era avvolta e si alzò, quindi gli porse un bicchiere con una bevanda fumante, dal colore del vino ma che profumava di spezie.
“Certo che mi va. Già che sono qui… sarebbe scortese rifiutare questo invito”. L’uomo prese tra le mani il calice e accennò un brindisi. “Salute!”
“Skoll! E’ così che dite, vero?... Ti consiglio di andarci piano con questa roba, se esageri può avere strani effetti… Potrebbe perfino ucciderti!”.
A quelle parole l’uomo la guardò con fare di sfida e bevve un sorsata piena.


“Appurato che non ti ho mandato a chiamare, ti rifaccio la domanda: che posso fare per te?”
“Ahem… Quel…coso… - indicò il libro che la donna aveva lasciato aperto sul tavolo- Sì, insomma, il libro che stavi leggendo… Sembravi così presa dalla lettura che non ti sei accorta che eravamo entrati… “
“Oh sì.. in effetti è una bella storia. Una gran bella storia. Vieni, ti mostro una cosa”.
L’uomo si alzò e fece un paio di passi verso il tavolo, poi si fermò, guardò intensamente il bicchiere, infine trangugiò anche l’ultimo goccio. Provò a muovere qualche passo, ma si accorse che gli occorreva un punto fermo, una direzione precisa in cui puntare. Cercò con lo sguardo la sagoma della donna, mentre tutto sembrava offuscarsi troppo velocemente intorno a lui. Anche i rumori si fecero distorti … Infine tutto si fece buio.

La donna era seduta accanto alla piccola, le stava raccontando la favola di un principe bambino e della sua volpe. La bambina era visibilmente provata, anche se il suo corpicino si stava lentamente e faticosamente riprendendo, le ferite peggiori erano profonde ed invisibili agli occhi. La rabbia che serbava in corpo era forse l’unica cosa che ancora la teneva legata alla vita. Rabbia e delusione, per essere stata abbandonata da ciò che restava della sua famiglia e perfino dal Figlio del Lupo… Si sentiva tradita da quell’omone che tutti descrivevano così burbero e temibile ma che con lei era sempre stato gentile... Era stato il suo eroe, si era fidata di lui, le avevano insegnato che sarebbe stato il suo capo-branco, la guida delle genti come lei... Perché li aveva traditi? Perché aveva permesso che così tanti morissero, quando invece aveva detto che li avrebbe difesi? Lo odiava ora. Se ne avesse avuto le forze gli sarebbe saltata alla gola in un ultimo impeto. Eppure, lui era l’unico che forse avrebbe potuto ridarle la voglia di vivere, l’unico in grado di lenire quelle ferite.
La donna alzò lo sguardo e si interruppe. “Piccola, per stasera basta così. C’è una sorpresa per te. C’è qualcuno che è venuto a trovarti…” - Le prese la mano e con gli occhi le indicò la direzione. Appena la bambina lo vide, trasalì. La donna allora le accarezzò la testa, poi cercò di trovare il tono migliore possibile per tranquillizzarla: “Credo sia venuto per… chiederti scusa… ehm…per avere il tuo perdono…” A quelle parole la bambina si ritrasse, stringendo così forte la mano della donna che quasi le procurò dolore; nei suoi occhi l’odio feroce per quell’uomo lasciò il posto al terrore. “Concedigli una possibilità… Senti almeno quello che ha da dire, poi ti prometto che se non vorrai più vederlo lo manderò via e non lo incontrerai più… Resterò qui , vicino a te. Se hai bisogno ti basterà fare un cenno e lo allontanerò. D’accordo?” La bimba allentò la presa, ci pensò qualche istante, poi fece un timido cenno di assenso con il capo.
L’uomo posò le armi e si avvicinò. Anche se tentava di non darlo a vedere, le sue mani ora che erano vuote tradivano un certo imbarazzo. Sedette accanto alla piccola e piano piano cominciarono a parlarsi.
Il tempo parve dilatarsi e nessuno dei due seppe più quanto ne era trascorso dall’inizio dell’incontro, ma fu sufficiente perché alla piccola cominciassero a chiudersi gli occhi. L’uomo allora si persuase ad alzarsi, ma lei lo trattenne per un braccio e gli fece un’ultima domanda: “Mi leggi una storia? Il mio papà lo faceva sempre…” A quelle parole l’uomo bloccò il respiro per un istante, in un silenzio che parve infinito. Abbassò appena lo sguardo, come in cerca delle parole giuste, poi guardò di nuovo la piccola: - “Se vuoi, posso raccontartela”-. Alla bambina però non sfuggì che nel dire così l’occhio colore del mare del suo interlocutore per un attimo si era velato di tristezza. “Oh, peccato… Ma fa niente… Per questa volta ti perdono lo stesso… Però promettimi che… imparerai… a…”

Aprì gli occhi e avvertì il freddo del pavimento; la vista ci mise qualche istante a farsi di nuovo chiara ed in quel lasso di tempo mise a fuoco i contorni di una figura scura, seduta all’altro capo della stanza. Se ne stava con i piedi appoggiati al davanzale, dandogli quasi le spalle: “Ti avevo avvertito di non esagerare”… A quel punto la sagoma si alzò e si diresse verso di lui. “Chi l’avrebbe mai detto…. Il guerriero che faceva tremare le vene agli eserciti avversari, lo spauracchio di molti nemici… ridotto in questo stato!”
L’uomo riconobbe quella voce, riconobbe anche le movenze, eppure le fattezze gli parvero diverse da come le ricordava. La figura era ammantata di nero, più simile a uno spettro guerriero che a una dama in abito lungo. Osservandola distinse chiaramente una coppa che teneva in una mano, del tutto simile a quella che giaceva sul pavimento poco lontano da lui.
“Sei conciato da schifo. Ma lo sai quale è la cosa migliore? Che è bastato un misero goccetto! …Pensa… Il figlio del Lupo fregato da una cagna rognosa, da una figlia bastarda dell’Impero…Che fine ingloriosa…” “Mmfff… Dove sono?”
“Nell’ultimo posto dove dovresti essere. Di sicuro, nell’ultimo posto dove verrebbero a cercarti”.
La voce atona con cui la figura pronunciò quelle parole fece rabbrividire per un istante l’uomo, che nel frattempo era riuscito a riguadagnare la sedia.
“Hai paura? Fai bene ad averne”- aggiunse. Poi quando gli fu abbastanza vicina posò un piede sulla sedia, bevve un sorso ed infine si appoggiò con gli avambracci sul proprio ginocchio. Lo fissò torva. “Non sei certo venuto qui solo per farti un sonnellino… Cosa è che vai cercando, veramente? Cosa speri di trovare?”
L’uomo deglutì. Cercò una risposta che potesse essere convincente.
“Me stesso. Credo.”
La figura si ritrasse lentamente e continuando a scrutarlo, una volta rimessasi eretta, domandò:
“Sei pronto a soffrire come forse mai prima d’ora?”
“Non so se si possa essere mai pronti per una cosa del genere... Ma se è l’unico modo, intendo percorrere questa strada”.
“E sia. … Ti condurrò sull’orlo di un precipizio in cui ti sarà dolce cadere, molto più faticoso sarà uscirne... Toccherai il fondo ed una volta lì desidererai fermarti, lasciarti andare… Implorerai pietà, ma sappi che non ne avrò alcuna… TI STRAPPERO’ IL CUORE!!
….
….
….
“E ora… Fai risuonare il tuo ululato! Alzati, Figlio del Lupo!! Alzati, Scudosaldo!! Scegli senza indugio la direzione in cui desideri andare… Segui il tuo istinto… Ricordati che nel mezzo della tormenta ciò che davvero conta è celato agli occhi ed è solo con il cuore che si può vedere bene…
 
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