Bollaverde Live - GRV

Posts written by Il Verga

view post Posted: 20/6/2017, 13:22 Aggiornamento Post "Tempo Tiranno" - STAFF DIXIT

Forte Ardietti ci ha fatto sudare!
Ma siete soddisfatti dei vostri Personaggi?

Noi SI!
Grazie per il gioco creato e vissuto, grazie per esserci stati!


In ringraziamento eccovi un veloce accredito dei PX
come già saprete, grazie alla super App "Bollaverdelive", ancor prima di FB, che seguirà la battitura
di quanto segue!


Il riepilogo post-live

- sono stati accreditati i PX a tutti i Personaggi iscritti e presentatisi all'evento

- sono stati accreditati i PX "500" a coloro che hanno effettuato quello che si doveva effettuare

- sono stati accreditati i PX ai Capi Gruppo bollettino

- i deceduti sono stati segnati, quindi i giocatori legati ad essi potranno inviare la richiesta di accredito PX evento sul nuovo PG

- sono stati accreditati i PX ai Condottieri per lo stendardo (quelli che non lo hanno trovato a fine live, li rassicuriamo, ce l'ha consegnato chi ve l'ha sottratto)

- I nuovi seguaci di HA-RU-MAN, sono stati allineati e saranno effettivi dal prossimo evento.


nota1: i nobili con abilità Mecenate, potranno concedere i PX tramite abilità Mecenate

nota2: coloro che necessitano di correzioni sul Pgs alla prima esperienza, hanno giocato un cartellino bianco o devono creare un nuovo Pgs e desiderano accreditarvi i PX dell'evento ci contattino esclusivamente tramite [email protected] , unico incaricato a tale gestione.


Risolveremo le richieste in tempo per il prossimo evento.

nota3: Ricordate di rispondere al sondaggio di gradimento, è una parte importante per garantire un miglioramento continuo









Un abbraccio
il Vostro Prez
view post Posted: 20/6/2017, 10:44 Costruzione Bacchette - Domande sul Regolamento e Ambientazione
Ciao

Dal Regolamento TOMO II
Bacchetta Magica
Il personaggio è in grado di utilizzare Bacchette Magiche. Chi possiede questa abilità e impugna la bacchetta con la mano principale può effettuare gli incantesimi minori di tipo istantaneo con raggio a tocco come se avessero raggio 10 m a distanza. Nota: Le bacchette NON POSSONO essere utilizzate per toccare i personaggi né per parare né per portare colpi


Dato che non possono essere utilizzate per colpire ne per parare la nuova versione puo' essere SIA in LATTICE sia "tipo" quelle di Harry Potter, nulla vieta di avere altre bacchette di altra marca o brand.
Basta che tu non colpisca nessuno e non ne faccia uso improprio
view post Posted: 8/6/2017, 13:58 Riflessioni da allenamento - Resoconti In Gioco
Era appena finita l'ennesima giornata d'esercitazione ed era veramente distrutto, ormai mancavano pochi giorni al raduno e l'addestramento era quasi terminato.
Sapeva sarebbe stata dura ma non credeva così tanto.

Lasciandosi cadere sul manto erboso, Himo si mise a guardare le stelle e a ripensare ai giorni trascorsi a Bosco dei Pruni e all'allenamento per diventare una Guardia Arcana.
Prima di partire aveva parlato con i propri compagni di casata e ne aveva ricavato ben poco sulla descrizione del posto:

"Alberi, alberi, alberi e ancora alberi, non troverai molto di più".


Abituato alle città e dopo l'ammonimento del lord silvano: "Attento agli alberi" non sapeva realmente cosa aspettarsi da queste due settimane, eppure al suo arrivo si era ritrovato in un posto veramente incantevole: ruscelli, cascate e alberi maestosi che torreggiavano su chiunque, quasi a minacciare di lasciare quel posto incontaminato così com'era.

I silvani erano molto ben organizzati, l'alloggio in cui era stato sistemato non era affatto male, non era enorme ma sicuramente confortevole anche se in realtà l'aveva usato molto poco;
dopotutto fin dal primo istante in quel luogo l'allenamento ebbe subito inizio e durava da mattina a sera fino a quando non si reggevano più in piedi!

Dormire per lui era diventato più facile, data la stanchezza dopo le dure giornate che passavano ad allenarsi e a combattere, anche se continuava a svegliarsi con le urla del cavaliere Thémèl'et che gli pulsavano in testa:

"Correte alzando le ginocchia! Forza!" ... "Non perdete il sacco di pietre! Se ne farete cadere anche solo una prolungherete di un'ora l'allenamento per ogni pietra presente nel vostro sacco"

ed è quello che accadde il secondo giorno, mentre stava reggendo quel dannato sacco inciampò in una radice che avrebbe giurato poco prima non ci fosse! L'ora in più la fece ma sorridendo.

L'allenamento con la spada era il suo preferito, da sempre combatteva con le sue due armi e anche se pensava di dover imparare ancora molto sapeva di aver raggiunto un livello tale da permettergli di battere anche suo fratello.
Tra le tante storie che aveva raccontato loro il Cavaliere Thémèl'et vi era quella di alcune guardie con capacità enormi che non provavano nessun tipo di sentimento e di essere considerate invisibili, da qui il loro nome "invisibili" delle macchine da guerra vere e proprie!

Per quanto anche a lui piacerebbe essere così, finché l'odiato fratello resterà in vita non potrà raggiungere una preparazione simile!

Tutto ad un tratto le preoccupazioni sparirono, gli occhi si fecero più pesanti e si addormentò senza nemmeno accorgersi di non essere tornato nel suo letto.
view post Posted: 8/6/2017, 13:46 Futuro Incerto - Resoconti In Gioco
“Chi sei veramente??” - quella domanda le risuonava ancora nella testa. Negli occhi aveva ancora i loro volti… Sapeva che non sarebbe più potuta tornare e che non li avrebbe più rivisti. Ma ora basta, non poteva più pensare a loro!

Le tornarono alla mente le ultime parole di Artemisia…“Ha ammesso che la scelta era già stata fatta, era già stato deciso... perciò fu tutta una presa in giro” … Si disse che quella era una questione che in un modo o nell’altro avrebbe dovuto portare a termine, glielo doveva. …La dolce e risoluta Artemisia… Sentiva molto la sua mancanza ed era dispiaciuta di non averla mai ringraziata per il sostegno ricevuto nel momento di maggiore disperazione, in quella notte di lacrime alla Piana di Sangue…
Poi il pensiero si posò ancora una volta sulle parole dell’amico più caro. Se chiunque altro l’avesse chiamata “romantica fuggiasca” lo avrebbe incenerito, mentre detto da lui, in quel preciso contesto in cui erano scaturite, le avevano quasi fatto piacere. Una definizione che la faceva sorridere, ma non le si addiceva affatto…
Distratta da quei pensieri non riuscì ad evitare un primo colpo. Non sentì dolore, ma un piccolo rivolo caldo le colò sotto la manica lacerata e la spada le parve farsi più pesante.
Il Maestro la incalzò ancora, la colpì di nuovo, stavolta ad una gamba e finì in ginocchio.
“Che avete??! Sembra che non abbiate mai combattuto prima! Siete distratta! “
“Sì, avete ragione Maestro…”
“A cosa state pensando di tanto importante? A chi?? Credete che un nemico si fermerebbe per chiedervelo?! … Se non sapete restare concentrata, allora è meglio che lasciate perdere! Forza, alzatevi!!
Con qualche fatica si rimise in piedi. Inspirò e per un attimo chiuse gli occhi. Si ricordò di una discussione con Arminas: doveva riuscire a dominare l’emozione, incanalare il sentimento nella lama... Un attimo dopo si sentì pervadere dalla calma e le parve che se si fosse voltata avrebbe visto al suo fianco, spalla a spalla con lei, colui che nonostante tutto le dava la forza per combattere ancora. Fu come se il braccio del guerriero sostenesse la spada insieme a lei… Bastarono pochi colpi ed il Maestro si ritrovò gambe all’aria.
“Bene, bene…. Imparate in fretta! Avete appreso la lezione… Buon per voi! La prossima volta non sarò così magnanimo e faremo sul serio… Beh, direi che per oggi basta così”.
Raccolse l’arma del Maestro poi gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi. Entrambi si scrollarono la polvere di dosso, infine si salutarono dandosi appuntamento ai giorni seguenti.
Arrivata a casa, iniziò a ripulire e lucidare la spada come era solita fare, prima di riporla fino all’allenamento successivo. Ma quel giorno non fece in tempo a finire.
Philippe irruppe nella stanza.
“Mia signora! Correte! Presto!! Su… venite a vedere! E’ tornato!!”
“Calmati! Chi? Chi è tornato??”
“Non c’è tempo per spiegarlo… – il ragazzo stava già tirando la donna per un braccio- Su, muovetevi, c’è bisogno di voi!”
Appena varcata la soglia esterna la donna comprese la concitazione del giovane.

Axius, il suo fedele destriero, era tornato da lei. Molto malconcio, con la bava alla bocca, ma vivo. E – cosa ancora più importante- non era solo. In groppa, accasciato sul suo collo ma con le mani ancora strette alla criniera, aveva un corpicino arso dal sole ed indebolito dagli stenti.
view post Posted: 8/6/2017, 13:42 Un Culto Risorge - Resoconti In Gioco
Dopo settimane di lavoro, i due colossi di pietra decorata si stagliavano ai lati del passo che conduceva alla Tetra Roccaforte, impressionante memento del fato che avrebbe incontrato chi fosse entrato nel regno della Legione Silente senza invito.
Le due figure, alte 300 piedi, raffiguravano Ashur e Megera, immortalati nella pietra per sempre.
Avrebbero fatto parte della Nuova Numea, ad imperitura memoria.
Malphas era stanco, secoli in cella avevano lasciato il loro peso, ma lentamente le sue forze stavano tornando.
Mentre riposava all'ombra di un albero, mentre le Ombre, instancabili continuavano il loro lavoro senza emettere un suono.
Grazie alle decine di Incubi donate dall'Arcimago asceso, i lavori di ricostruzione della Roccaforte e del Passo procedevano spediti.
Malphas dirigeva i lavori fin dal ritorno dalla Culla, coordinandosi con gli altri Maggiori, ma con una differenza, lui conosceva la Tetra da molto più tempo, più di quanto volesse ammettere.
Con un sospiro stanco, stava per rimettersi al lavoro, quando giunse una ragazza dai capelli rossi, a cavallo di una creatura nera come la notte, che portava con sé un fagotto, arrotolato sulla schiena.
Con un agile salto scese da cavallo, salutando con foga il Maggiore.

"Justicar!
L'abbiamo trovata!
Abbiamo trovato la cripta!!
Era esattamente dove pensavamo che fosse...beh... più o meno.
Però...ehm... c'è un piccolissimo problema."

Una luce si accese negli occhi della vecchia Furia, mentre piegava uno degli angoli della bocca.

"Parla, Rouge."

"Beh, non appena abbiamo cominciato ad avanzare nella cripta, degli incubi coperti di armature di ferro nero ci hanno bloccato la strada, chiedendo la presenza del Corvo Nero.

L'armatura nera...erano secoli che non la vedeva più.
Era uno dei tratti distintivi del Sacerdote.


Ricordi vecchi ritornarono alla luce, rattristando il Maggiore.
Voci di lotta, voci di odio affollarono la sua mente, mentre ricordava la Lunga Notte, quando la Legione Silente, corrotta dal tre volte maledetto Arcimago, attaccò Megera e le Furie che le erano leali.
Fu quella, la notte in cui morì la prima volta.

La ragazza dai capelli rossi, intuendo i pensieri del vecchio, si avvicinò.

"Justicar, so a cosa pensi.
Ma abbiamo una missione.
Una missione importante.
Se cediamo, rischiamo che vinca lui, stavolta."

Scrollando la testa, il vecchio salì sul cavallo insieme alla ragazza, dirigendosi verso la Tetra Roccaforte.
Arrivato, vide nella piazza d'armi il Campione che addestrava gli armati della Legione, in attesa di ripartire per le lande oltre confine.
C'erano Incubi che trasportavano materiale e riparavano le ferite della vecchia fortezza, quasi come fossero un'estensione della stessa struttura...e in un certo senso, lo erano.
Scese verso le vecchie celle che erano crollate, spostandosi verso una zona che era stata puntellata e proseguiva verso il basso.

Scesero nel buio, usando una torcia per illuminare il cammino, fino a giungere ad una grande sala decorata con candelabri, arazzi che mostravano scene di guerra e panoplie di guerra.
Là, in posizione di difesa, c'erano tre Furie che attendevano l'arrivo del loro Maggiore.

"Spadafuoco, rapporto."

Il più muscoli dei tre, muovendosi senza perdere di vista gli Incubi a guardia, si avvicinò al vecchio Onirico, facendo un gesto con la testa.

"Oh, Justicar.
Ben arrivato.
Beh, non c'è molto da dire.
Queste cose se ne stanno qui, con le spade in mano, ferme.
Chiedono del Corvo Nero, ma non sembrano in procinto di attaccare.
Bof...non so chi sia questo Corvo.
Magari tu si."

Con un sospiro, il Maggiore si avvicinò alla creature di terrore al centro della linea di difesa, che impugnava una mazza cerimoniale e al posto del viso, aveva invece un teschio sbiancato, silenzioso come stessa Morte.

"Io, Malphas, Maggiore del Malleus, Justicar di Megera e Maestro Inquisitore, Diciannovesimo nel Nome della Signora dei Corvi, richiedo la tua benedizione.
Corvus Corax, Sacerdote del Culto del Corvo dell'Incubo, Diciasettesimo nel nome della Signora dei Corvi, Maestro dei Riti e della Morte, ti prego, concedimi la forza di raccogliere il tuo fardello e ripristinare il Culto.
Io sono Legione."

La creatura tentennò, mentre antichi ricordi riaffioravano in lui.
Malphas si inchinò, allungando le braccia e aprendo le mani.
Lo spirito si avvicinò, deponendo nelle sue mani lo scettro di tenebra.
All'istante, l'antica arma avvampò di luce, perdendo l'ombra che la rivestiva e rivelando la sua vera forma, una forma che Malphas aveva visto secoli prima, durante quella notte.
Le ombre cominciarono lentamente a svanire, come fumo nel vento, tra lo sguardo serio dei legionari.
L'ultimo ad andarsene fu il Sacerdote, senza una parola, senza un gesto, ma con lo sguardo pieno di speranza.
In quell'ora buia, gli antichi patti dovevano essere ripristinati, le antiche usanze dovevano essere riportate alla luce, i riti dovevano tornare ad essere celebrati, poiché il futuro era tetro e in bilico sull'oblio.


Il Maggiore si alzò in piedi, stringendo l'arma nelle mani, con una nuova luce negli occhi.
Girandosi, si avviò all'uscita della cripta, seguito da Rouge e Spadafuoco.

"Fratelli, portate le reliquie nella mia torre, ripulite e sistemate tutto.
Scendete nelle armerie, c'è una sezione nascosta appena dietro la forgia, basta premere il secondo mattone da sinistra, a partire dalla forgia stessa.
Non prendete nulla da quella stanza, solo l'alabarda adornata con piume di corvo.
Portatela nella torre, insieme a panche e sedie, per chi vorrà venire a rendere omaggio.
Dobbiamo riaprire il Sacrarium.
Dopodiché partite, tutti, nessuno escluso.
Silenziosi, di notte.
Cercateli.
Cercate i traditori.
Io partirò da solo.
Ci ritroveremo alla Tetra Roccaforte, tra qualche tempo.
Io partirò, da solo.
Ho... delle cose da fare.
Malleus... in marcia."

"Come ci ordini, Justicar." dissero all'unisono le due Furie.

"Non sono più il Justicar.
Il mio ruolo è cambiato...ora sono il Cappellano."

Malphas non sapeva se sarebbe riuscito ad essere il Maestro che la Legione meritava, ma non avrebbe ceduto.
Il dovere termina con la morte.
view post Posted: 3/6/2017, 18:25 Evento Giugno 2017 - STAFF DIXIT
Programma della Partita


Sabato 10 Giugno 2017

Ritrovo e controllo armi e armature, consegna dei Cartellini Personaggio, pratiche Assicurative
Dalle ore 10.00 alle 12.00
Preghiamo i Capi Gruppo di presentarsi entro le 11:45, vi ringraziamo!

Nota Bene: Sarà possibile ritirare i cartellini dei ritardatari direttamente In Gioco presso L'EMPORIO, attendendo pazientemente il proprio turno ^_^

In Gioco!
Ore 13.00 (siateci!!!!!!) :clap:

Fuori Gioco!
circa le ore 01.00


Domenica 11 Giugno 2017

Ritrovo e controllo armi e armature, consegna dei Cartellini Personaggio, pratiche Assicurative
Sarà possibile ritirare i cartellini dei ritardatari direttamente In Gioco presso L'EMPORIO, attendendo pazientemente il proprio turno

In Gioco!
Ore 11.00 (automatico)

Fuori Gioco!
circa le ore 17.00 circa


Luogo In Gioco:
"Culla di Ru"

Emporio:
Presente



Ci sono Regole ? :ennò:
Avremo ampia libertà di azione, Forte Ardietti è circondato da mura e recinti, l'area di gioco sarà ampia e con una sola uscita dalla zona di In Gioco che porta al parcheggio ed alle tende.
È però necessario osservare alcune accortezze!
Siamo in una location storica ed in parte preclusa al pubblico.

A) All’interno delle stanze non si possono utilizzare Archi o Balestre.

B) I combattimenti sono possibili come lo è tutto il resto, dal semplice mangiare all'utilizzo delle pozioni e/o veleni e degli incantesimi non offensivi ed il Furto, con cartellini e senza.....

C) E' possibile fumare all'esterno di qualsiasi struttura in muratura, PRATICAMENTE in tutte le zone aperte, utilizzando la stessa accortezza che usereste nelle vostre case: utilizzate i cestini e i posacenere, o al limite portatevi un sacchetto “porta mozziconi”: saremo quindi severissimi nell'applicare penalità in px per ogni singola infrazione rilevata.

D) La zona taverna è totalmente IG

E) Per di più, come è ovvio, danneggiare o rovinare la vegetazione e/o la struttura (es. i bagni) vi espone alla responsabilità personale civile e penale prevista dalle leggi italiane.

Lo Staff di Bollaverde Live vi augura buon divertimento! :sbav: :fiori: :clap: :sbav: :fiori: :clap:
view post Posted: 3/6/2017, 18:21 Il fare è il miglior modo d'imparare - Resoconti In Gioco
Skyhold - Biblioteca.

Il tavolo davanti alla finestra è pieno di fogli coperti di appunti. L'alchimista della casata Alcar, appollaiata sullo sgabello, li ricopia con tratti rapidi sul grosso tomo aperto davanti a lei. Lord Vraddek, seduto a braccia conserte a fianco della silvana, ascolta interessato gli aggiornamenti relativi agli studi sul creazionismo.

" ...con la sperimentazione stiamo cercando di individuare e confermare la cifratura di più elementi possibili, avvicinandoci di conseguenza alle cifrature complete delle pozioni già esistenti composte dagli elementi stessi...
Analizzando le cifrature già disponibili, anche solo a livello teorico, abbiamo riscontrato alcune costanti nella struttura radici/nodi delle pozioni più semplici, il che fa presupporre l'esistenza di un criterio ben preciso nella creazione di un composto funzionante."

Ruby termina la pagina e appoggia la penna sul tavolo, strofinandosi gli occhi stanchi. Il lavoro è ancora lungo, ma la candela sta finendo e l'alchimista preferisce evitare errori dovuti alla stanchezza... continuerà l'indomani, alla luce del sole.
Presa una caraffa dal ripiano lì accanto riempie due calici, passando il primo al Lord, e poi si riaccomoda sullo sgabello per continuare la sua spiegazione.

"La cosa è interessante per più di un motivo. Innanzitutto una struttura costante potrebbe aiutarci a cifrare quelle pozioni che finora sono state analizzate solo parzialmente, probabilmente perché includono elementi dei quali non abbiamo ancora la cifratura completa.
Seconda cosa, ma non meno importante, una volta analizzato e compreso il dato legame tra una certa struttura e l'effetto che effettivamente si ottiene con il composto... si potrebbero inventare delle nuove pozioni, rivisitando quelle vecchie o inventandole da zero per avere effetti ben precisi. Molti colleghi si stanno dedicando allo studio di nuovi composti che potrebbero tornare utili, e gli artigiani stanno inventando gli oggetti più disparati con lo stesso obiettivo."

Il calice vuoto viene riempito nuovamente.

"Se avete qualche domanda in merito dite pure, eh, può essere che il tempo passato a ragionare su erbe e ingredienti abbia limitato la mia capacità espositiva. Comunque, non so esattamente a che punto sono i colleghi con la creazione di nuovi composti... Personalmente sto seguendo una strada leggermente diversa.
Visti i tempi bui in cui viviamo preferisco utilizzare queste teorie per qualcosa di più... pratico, ecco. Mi spiego meglio: conoscere la cifratura di una pozione ci permette sì di replicarla, ma anche di farlo utilizzando elementi diversi da quelli originari. Creare composti diversi ma dallo stesso effetto finale... Ricette alternative di pozioni preesistenti... questo anche per ovviare al cronico problema di noi creazionisti, la limitata disponibilità di erbe e ingredienti. È a questo che mi sto dedicando in questo periodo..."

Un sospiro. Il tomo viene chiuso con un tonfo, la penna riposta. Il ricordo torna a Redentiar.

"Avere una ricetta alternativa per la pozione di risveglio, ad esempio... qualcosa che non contempli obbligatoriamente l'utilizzo dei loti... Non sarebbe affatto male! Mio malgrado devo però ammettere che la strada è ancora lunga."

"Tutto ciò è davvero molto interessante. Purtroppo la mia posizione non mi ha permesso di dedicarmi allo studio come avrei voluto e mi ero perso buona parte di tutti questi sviluppi. Quindi, tornando alla pratica della cifratura, potrebbe essere applicata anche per la creazione di altri manufatti oltre alle pozioni? In particolare, sai se ci sono evoluzioni anche per quanto riguarda le rune?"

"Uhm... Per quanto riguarda le rune purtroppo non ne so molto, intendevo affrontare l'argomento con voi e Shedir ma... purtroppo difficilmente saremo in grado di continuare il discorso con lei. Se permettete un suggerimento, forse potreste provare a parlarne con Tel... Per quanto riguarda artigiani e incantatori, invece, già al congresso era emerso il loro interesse per l'argomento. Il fatto che l'EFFETTO di un composto, sia esso pozione, veleno o che altro, sia espresso da una certa combinazione di nodi è stato confermato dalle numerose analogie che abbiamo riscontrato tra i nodi di un veleno e quelli di un oggetto magico di medesimo "effetto". Ciò rende il lavoro che stiamo facendo noi alchimisti complementare a quello degli artigiani, e vedete anche voi come lo scambio di informazioni stia diventando indispensabile per velocizzare i lavori. Ogni volta che abbiamo modo di incontrarci in emporio per scambiare informazioni e teorie è un passo avanti quasi certo, anche se solo nel lungo periodo."

"Già, lo scambio di informazioni è ora più che mai fondamentale per i nostri studi, e l'emporio è diventato sempre più un vero e proprio ritrovo per confrontare idee e nuove proposte. A tal proposito... Che ne pensi riguardo alla proposta di Barnaba? Sicuramente, limiterebbe la tua libertà d'azione per le questioni di casata e di confine, ma potrebbe portare a ben altri vantaggi..."

L'alchimista scende dallo sgabello, sistemando le ultime carte e recuperando i due calici e la brocca ormai vuota. Si avvia verso l'ingresso della biblioteca, aprendo la porta al Lord per farlo uscire.

"Ci ho riflettuto approfonditamente, anche a seguito della nostra conversazione durante il pranzo dei Confini... ero restia ad impegnarmi in tal senso, visti gli incarichi che mi avete affidato, ma tutto sommato i lavori sono a buon punto e se siete d'accordo potrei chiedere ad Akuto di occuparsi degli ultimi particolari...
Sono sicura che lavorando in emporio potrei imparare molto..."

"Allora siamo d'accordo. Se tu pensi possa essere un bene per te e i tuoi studi, penso che sia necessario mandare una missiva a Barnaba. Non erano ancora state discusse le condizioni di questo lavoro, dico bene?"

"Non ancora, no..."

"Bene, allora direi che possiamo chiedere un periodo di prova per te durante il prossimo raduno delle armate, al termine del quale verranno decise le condizioni di un eventuale lavoro a lungo termine, secondo le tue esigenze ed ovviamente quelle dell'emporio."

"Un passo per volta, sono d'accordo con voi... Una domanda: la lettera per Barnaba intendete farla recapitare di persona, per caso?"

"Gli manderemo un corvo per velocizzare la cosa. Così al vostro prossimo incontro Barnaba sarà già informato e potrai iniziare subito il lavoro. La redigerò subito."

"Se non è un problema per voi preferirei mandare un corvo anche ai miei colleghi di congrega, giusto per anticipare la questione... vista l'eterogeneità del gruppo non mi stupirei se ci fossero strane reazioni alla mia presenza in emporio, una spiegazione benché parziale potrebbe evitare complicazioni."

"Nessun problema, anzi. E grazie per la tua spiegazione di oggi, con tutto l'impegno che ci stai mettendo sono sicuro che le tue ricerche saranno fruttuose."

"Lo spero proprio, mylord... E grazie a voi per aver prestato orecchio ai miei ragionamenti! Ora se non vi dispiace vi lascio alla vostra lettera... Domattina presto preparerò la missiva per la congrega, e poi vedrò di scambiare quattro chiacchiere con Akuto... E' ora di cominciare i preparativi per il prossimo raduno."
view post Posted: 3/6/2017, 18:06 Visita ad un amico - Resoconti In Gioco
Il sole stava tramontando sul mare , oltre le cime che nascondevano le Grotte.
Bisbiglio sedeva apparentemente da solo su un sasso su una piccola sporgenza rocciosa, su uno dei picchi più alti, appena fuori uno dei tanti cunicoli segreti che costellavano quel massiccio.

< …e questo è tutto amico mio, come promesso un dettagliato resoconto dei fatti . La giornata a nuova Thillvargan si è svolta in un clima di apparente tranquillità ma come puoi ben immaginare nessuno dei presenti al concilio dell’essere era molto tranquillo e sereno; il futuro non sembra avere guadagnato molta serenità, dopo il vostro sacrificio>
<->
<hai ragione, forse è proprio un po' di tempo in più che ci avete regalato anzi, a proposito di tempo... Ora devo proprio partire, accompagno i “tuoi ragazzi” al nuovo incontro e vediamo cosa succede: tira una brutta aria !
Ah un ultima cosa, non so se fra i tuoi nuovi poteri da “nucleo” ci sia di trovare e recapitare messaggi, ma come ben puoi immaginare gli ultimi eventi hanno messo in discussione molte cose e ho bisogno di parlare a Sergen abbastanza urgentemente ma come al solito non si sa dove sia andato; se avessi avuto più tempo lo sarei andato a cercare ma tra carovane di esuli da scortare e soccorsi da portare non mi è rimasto molto tempo per seguire le flebili tracce del nostro maestro. Gli ho lasciato messaggi in ogni posto possibile; casa, taverne, la tana .
Se ti capita quindi fagli sapere che lo cerco! e se poi “vedi” anche David digli che cerco anche lui,se possibile, Soffiodivento è più difficile da trovare di Sergen! >

<-.>

<e bhe...forse mi sa che non puoi tanto muoverti.....ma arrivederci amico mio! Sappi che come al solito ti odio perché hai trovato il modo di scaricare tutti sti paduli a me, ci vediamo al mio ritorno, e se ti riesce dacci un occhio!!! a presto Cercatore>
view post Posted: 3/6/2017, 17:33 Una lunga giornata - Resoconti In Gioco
l sole era ormai calato quando il giovane entrò nello studio ricavato nella grande quercia dove risiedeva il suo lord con il suo seguito.
I suoi capelli erano arruffati e i suoi vestiti ancora impolverati, non aveva infatti avuto il tempo di sistemarsi come conviene per presentarsi ad un nobile, sicuro comunque che il lord avrebbe capito la situazione.
“Buonasera lord” esclamò con voce sicura.

Jarel alzò la testa, abbandonando lo studio di alcune carte che aveva sul tavolo
“Vieni avanti, è stato tutto organizzato dunque?”
“Certo. Alcune pattuglie partiranno all’alba per perlustrare i territori in direzione di Porto Freddo alla ricerca di superstiti in cerca di rifugio non concordi con la sorte della loro città. Per quanto riguarda il resto invece, il Cavaliere e gli altri ospiti sono stati sistemati nei migliori alloggi di cui disponevamo, credo che si adatteranno presto alla vita del bosco, potrebbe anzi piacer loro più del previsto”
“Ben fatto. Come sempre il bosco accoglierà a rami aperti chiunque lo rispetterà e seguirà le sue regole, questo lo sappiamo entrambi”
“Credo che sarà una convivenza senza problemi, oltre che proficua, seppur transitoria. Ora però vi chiederei gentilmente di congedarmi”
“Vedo che avete avuto una giornata impegnativa, ma penso che quella di domani non sarà da meno, dunque andate pure, avete fatto tutto ciò che dovevate”.

Così l’altro si congedò ed uscì rapido della stanza, scese le scale e si trovò all’esterno dove respirò profondamente, assaporando i profumi della natura risvegliata.
A poca distanza un’aurea era intenta a convincere suo figlio a tornare a casa per andare a dormire, ma il piccolo sembrava dubbioso, soprattutto dopo essersi accorto della presenza del silvano dei boschi che li stava osservando
“Madre, qui sono tutti strani… come quello: ecco, vedi? Delle foglie gli nascono dal busto, non mi sorprenderei se fosse fatto di corteccia anche lui come gli altri bambini che mi hai fatto conoscere! E se questa notte entrassero nella nostra stanza?”
La madre cercò di farlo zittire, nella speranza che il silvano non li avesse sentiti, dicendo
“Dovresti essere grato a questo popolo invece, sono loro che ci hanno dato ospitalità nel momento del bisogno, dunque non dire più queste cose”.

A quel punto Ryler si avvicinò e spendendo le ultime energie della giornata parlò al ragazzino
“Non preoccuparti, potremo sembrarti strani, ma in fondo anche noi siamo arcani. Inoltre non sentirti isolato, questo bosco pullula di vita, sta solo a te conoscerla. Sappi che proprio qualche ora fa sono giunti qui grandi appartenenti alla tua razza, conosciuti da tutti gli armati. Per questo non preoccuparti: rispetta questo luogo ed esso rispetterà te. Nostro padre Tullieh, con Lord Brethil e Rafaga, proteggerà tutti coloro che si dimostreranno degni”. Il bambino lo guardò in silenzio, ma una scintilla sembrò illuminare i suoi occhi, finchè non rispose
“Grazie signore”.
Quel termine suonò alquanto strano al giovane, facendogli ricordare chi lo aveva chiamato così in passato, ma quei ricordi vennero rapidamente archiviati e Ryler si diresse verso casa, desideroso di togliersi la polvere di dosso.

Dall’alba a quel momento non aveva avuto un istante di riposo, il cavaliere aveva infatti insistito per iniziare fin da subito l’allenamento come promesso, e il giovane ne era stato lieto.
Per ore in una piccola radura ai margini dell’insediamento si era esercitato seguendo i consigli della sua bionda insegnante, sotto l’attenta supervisione del maestro.
Non era riuscito a portare a segno nemmeno un colpo, e più volte era caduto a terra, ma ogni volta che aveva assaporato l’odore della polvere si era poi rialzato pronto a combattere, con una volontà che solitamente non rendeva manifesta.
Dopo un intenso riscaldamento, che aveva già messo a dura prove le risorse dell’allievo, fu il momento di affrontare il maestro.
I suoi colpi erano scagliati con forza e allo stesso tempo velocità, seppur volontariamente non lesivi, “Tieni alta la guardia, coraggio! Le botte ti rammenteranno la facilità con la quale puoi morire!”.
Mentre il giovane pensava a come portare un colpo a segno perdeva l’attenzione sulla difesa, mentre mantenendo la concentrazione per attutire i colpi ne subiva più del necessario.
Più volte cadde ancora a terra, ed ancora si alzò. In fondo quello era un piccolo sacrificio per uno scopo più grande, ognuno avrebbe dovuto fare la sua parte per garantire la sopravvivenza non solo di sé stesso, ma anche degli altri.
“Hai molta strada da fare, ma non desistere” disse il cavaliere tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
“Ne sono consapevole, ma mi impegnerò a migliorare” rispose l’altro sinteticamente. Sarebbe stato un percorso lungo, e non sapeva quando avrebbe visto i primi risultati, eppure si sarebbe impegnato a perseguire dei traguardi, per il bene dei suoi fratelli, del suo popolo e dei suoi compagni.

Una calda brezza destò Ryler dai ricordi della giornata, riportandolo al presente.
Forse il concetto di equilibrio su cui tanto aveva riflettuto era semplicemente basato sull’unità, sulla compresenza di due facce indipendenti della stessa medaglia.
Sicuramente quel percorso l’avrebbe aiutato, e parola e spada sarebbero divenute una cosa sola. In quel momento vide una mosca soccombere alla morsa del ragno in una ragnatela ai suoi piedi, quella visione lo riportò alla spietata legge della natura.
Ormai le stelle brillavano in cielo e la luna aveva fatto capolino nella volta celesta, lasciando trasparire la sua luce attraverso le fronde degli altri alberi, così il giovane si diresse rapidamente verso la sua dimora. Ben presto giunse alla porta intagliata ma una volta entrato, nonostante la stanchezza, non riuscì a desistere dal sedersi alla scrivania, forse per forza di abitudine. Prese piuma e calamaio, e per onorare quella giornata così piena scrisse qualcosa come era solito fare:

“Quando ciò che ti include ti distrugge, la tua corazza a difesa del mondo si deve rafforzare. Muta nell’intreccio di fili della vita mentre inizio e fine si congiungono scrivendo nuovi capitoli di una storia unica: la propria. La vita ti dona protezioni che puoi vestire, nessun peso è troppo gravoso per chi ha raggiunto la forza per sopportarlo.”

Rilesse quelle poche righe alla fioca luce della candela, ciò che aveva scritto sembrava privo di senso, forse a causa della stanchezza, eppure allo stesso tempo racchiudeva perfettamente ciò che stava pensando, in una forma che forse riemergeva dalla sua vecchia vita… un soffio di vento spense l’ultima luce nella stanza e il giovane si addormentò senza nemmeno stendersi.
view post Posted: 3/6/2017, 17:20 Novus Ordo Militaris - Resoconti In Gioco
Vesperia, arrivo della carovana di ritorno da Nuova Thilvargan

“Generale Thalion, mi congratulo per la nuova nomina”
“Le notizie corrono in fretta, più dei diretti interessati. E spesso degli ordini.”
“…”
“Scusatemi, non sono ancora abituato a relazionarmi adeguatamente con voi umani e onirici.
Passiamo a fatti più concreti: se sapete della mia nomina immagino che sappiate anche di Corwin. In accordo con l’Imperatore, mi saranno assegnate delle stanze per la gestione della burocrazia concernente l’organizzazione delle difese. Non necessito di molto spazio, diciamo che...”
“Generale, abbiamo già reso disponibili alcune stanze. Se volete seguirmi vi conduco subito negli alloggi a voi riservati.”
“Evidentemente gli ordini viaggiano con le notizie.”


Vesperia, Caserma ai limiti delle mura

“Buon Pomeriggio a tutti. Sarò breve in quanto il lavoro da fare è molto e gli imprevisti, anche burocratici, saranno numerosi.
La prima questione è relativa all’esercito dei confini: necessito subito che la presente missiva sia distribuita a tutte le città che riconoscono nei custodi la loro guida.”
“Certo Generale, provvederemo subito a far partire i corrieri”
“Bene. Questa era la parte semplice.
Seconda questione: la gestione militare del nostro confine. Da quasi un anno sono a capo dell’esercito e devo dire che la preparazione è buona ma la coesione è scarsa. D’ora in avanti tutti i dispacci riguardanti la difesa e l’organizzazione militare di ogni città di confine dovranno passare da questa stanza: emaniamo delle richieste a tutte le città della Conoscenza affinché ci informino a breve dello stato delle difese e di eventuali piani di resistenza ad attacchi e/o assedi.”
“Sarà fatto, signore”
“Bene, iniziamo con la suddivisione dei compiti all’interno dell’esercito della Conoscenza e la nomina del luogotenente della Conoscenza. Ho pensato di…”








Dispaccio militare No. 1 del XXVIII giorno del V mese



Con la presente si rende pubblica la nomina di Thalion Eldareston a generale dell’esercito dei Confini tutti.
L’autorità del generale sarà soggetta ai Custodi e loro Araldi e subordinata alla nobiltà di confine.
In battaglia, viene riconosciuta al Generale autorità assoluta.
Al fine di garantire continuità di comando, in caso di impossibilità da parte del Generale nell’esercizio le proprie funzioni, la carica verrà ricoperta dal Luogotenente.
Con effetto immediato viene nominato Luogotenente dell’esercito dei Confini Sir Rodrick il nero.
Si demanda all’autorità dei custodi la stesura delle modalità di nomina e durata della carica di Generale.
Al fine di garantire la funzionalità ottimale dell’esercito, è indetta una riunione di tutti i membri militari dei confini per la IV ora del primo giorno di raduno.

Vesperia, Stato maggiore dell’esercito dei confini

view post Posted: 3/6/2017, 17:12 Calen, disabitata - Resoconti In Gioco
<troppo silenzio, esco sul retro e non lo vedo, devo trovarlo>

Era tanto tempo che non avevo un’occasione come questa, così, vagabondo per questa città.

Ricordi di un tempo passato affiorano come se non fosse passato che un istante, la prima volta che accompagnai una delegazione della casata Nùristel, percorremmo proprio questa strada, marciavo in retroguardia, mi torna ora vivida alla mente la mia posizione, scorgevo appena il mio Lord che parlava con i suoi figli, Kael e Nazyr, prima l’uno e poi l’altro, sono stati i miei punti di riferimento durante le intersezioni, prima della fuga dalla nostra realtà morente… Un tempo questa era la strada che portava alla sede del potere Arcano, ricordo, la delegazione si stava dirigendo ad un’udienza presso il Consesso della Ragione.

Tempi passati, quando per gli Arcani risplendevano chiari gli scopi, la via della perfezione un lontano miraggio, la repressione delle emozioni e dei sentimenti, anticamera di un passato celato, sconosciuto a me come ai più.



<un rumore, qualcosa di trascinato attira la mia attenzione, mi muovo silenzioso…>

Incrocio un’altra strada, una ramificazione della principale, ricordo distintamente di aver contrattato per la mia spada da un fabbro locale, le lame di Calen erano rinomate, ora solo l’odore dolciastro della decomposizione ristagna in questi luoghi che, fino a poco tempo fa, erano la capitale della mia razza.

Una spada, ripenso a quel giorno, al mio cambiamento, iniziò quando la portatrice tornò in mani arcane… Allora non comprendevamo ancora cosa si stava dischiudendo di fronte a noi, non capivamo di essere di fronte al frammento di un qualcosa molto più grande, incredibile, emozionante.



<sorrido seguendo i piccoli indizi e inizio a intuire la possibile destinazione della mia “preda”>

Ho dormito in questo quartiere, un precedente viaggio in cerca di sostenitori e soluzioni, quasi un anno fa, quando ancora esisteva il confine della Coscienza, Ego, l’onirico, il custode che mi ha colpito nel profondo, molto più di quanto volessi ammettere la prima volta, disprezzo, terrore, sorpresa e curiosità, e ancora affetto, sconcerto… Alla fine solo un senso di perdita… Così tante esperienze, emozioni, credo che difficilmente un altro custode sarebbe stato in grado di scuotermi al tal punto.



<intravedo del movimento, a un crocevia più avanti, lungo questa strada, seguo la mia pista>

Palazzo Ceredir, alla mia sinistra, sono quasi tentato di entrare per andare in cerca delle stanze di gestazione e scoprire, con i miei occhi, se vi è stato qualche progresso con i tentativi di allineare a questa realtà le future generazioni auree… Ma sarebbe troppo rischioso, se ne avrò occasione chiederò comunque il permesso di Lord Moebius.

Ripenso a Lord Kramer, Ceredir di un casato cadetto, ora le mie conoscenze sono più complete, più ampie, mi rendo conto che, in qualche modo, sento la sua mancanza. La malinconia mi assale in queste strade, qualcosa di nuovo da aggiungere alle mie esperienze, al mio tentativo di comprensione e controllo delle emozioni.



<sono sicuro che mi abbia visto, ha accelerato l’andatura apposta, non posso lasciarmelo sfuggire nuovamente>

Villa Aranel, credo sia nella direzione in cui sto procedendo, dovrei andare a ispezionarla, però aspetterò di esser con Alcazar, lui si era raccomandato di visitarla, in due sarà certamente più sicuro. Inoltre, ora, non penso di aver voglia di rovistare nelle dimore altrui, soprattutto se nobiliari… Per il momento ho deciso di prender possesso di una casa con due sole stanze e un recinto sul retro che, ora so, devo decisamente rinforzare.



<questa strada non ha uscita, lo ricordo distintamente>

Riconosco la casa, tutto è abbandonato, entro e mi dirigo sul retro verso la piccola stalla passando di fronte a una porta spalancata, mi soffermo e finalmente lo vedo, Cocchio è entrato qui, ora capisco cosa stava cercando, il suo muso scuote cio' che rimane di un giovane corpo Aureo che purtroppo non è sopravvissuto allo spegnimento del nucleo.

Guardo il piccolo tumulo nel quale ho deposto i pochi resti del bambino, non ricordo il suo nome, qualcosa mi assale, mi sento come se mi avessero derubato di tutte le emozioni provate, non come se fossi tornato alla repressione, qualcosa di nuovo, profondo e forse ancor più devastante, sento gli occhi umidi, cerco di analizzare questa emozione ma sento mancarmi la forza.

Prendo il mio mulo per la cavezza, anche lui, come me, ha ripercorso i luoghi di una vita precedente. Un tempo questa era la sua casa e questo bambino il suo compagno di giochi… Percepisco vagamente le mie emozioni che soffocate tentano di riemergere, spero e comprendo. Spero che la nuova strada intrapresa possa garantire salvezza alla mia razza.
view post Posted: 2/6/2017, 17:51 Tempo al Tempo - Resoconti In Gioco
Nel buio di una stanza all'interno delle Grotte, si avverte il cigolare di una porta. Una figura ammantata si avvicina al letto dove riposa una giovane chimera usignolo. La mano afferra con delicatezza la spalla di quest'ultima, scuotendola nel sonno. In un sussurro, cerca di svegliarla
“Canto... Canto. Sveglia, non c’è tempo... Almeno, non qui, non ora”
La chimera sbadiglia, stropicciandosi gli occhi stancamente
“Ma chi? Cosa…?" Balbetta strascicando la voce. Si avvede della figura avvolta in un tetro manto, china accanto a lei. Questa pronuncia con voce grave
“Non potrò mantenere la mia promessa Canto, o almeno in parte. Non posso portarti al prossimo raduno, dovrai andare sola. In ogni caso mi assicurerò che tu possa giungervi incolume e una volta lì, fai pure il mio nome, se serve. Ti do un solo compito: cerca Il Volo, troppo tempo è passato dall'ultima volta che si è fatto vivo ai Primi Figli. Trovalo e parlagli, lui potrà aiutarti." Un sospiro, mentre la furia abbassa il capo, stancamente. L'uccellino si mette a sedere, ora preoccupata "Caos... Sei tu...?" Domanda tentando di vederlo in volto, semi coperto dal cappuccio. Lui prosegue, mestamente "Mi dispiace, ma non posso venire con te questa volta... Sarebbe troppo pericoloso. Ancora non mi sono… Assestato”
La chimera si allarma, tentando precipitosamente di abbassare il cappuccio dell'amico, ma la mano di lei viene fermata prontamente con un rapido gesto della furia. La voce di Canto è tremula mentre pronuncia
“Sei in pericolo? Per questo non vieni?”
Caos scuote il capo, lasciandole andare la mano
“No piccola. Non ci sarò per evitare che ci sia ulteriore pericolo per gli altri, qualcosa per cui bisognerà essere pronti. Dopo gli ultimi accadimenti... Non sono sicuro nemmeno io di esser preparato al riguardo”
Si interrompe bruscamente, ritraendosi.
Canto lo osserva lungamente, prima di sporgersi ostinatamente in avanti, fissandolo finalmente in volto. Un'espressione sorpresa le si disegna sul viso, mentre esclama
“Caos… I-il tuo volto! Cosa stai diventando? Sei... Diverso. Non sembri... Non sembri più tu...! E poi stai... Stai piangendo..."
La furia si ritrae, alzandosi in piedi.
"Ricordati le mie parole, i miei avvertimenti E stai attenta. Questo è un mondo pericoloso. Ma tu già lo sai..." Alza una mano, sfiorandole la fronte
“Evoco il potere della scintilla: Sonno"
La chimera con uno squittio sorpreso, si accascia sul letto. Caos si china su di lei, sistemandola sotto le coperte. Le passa una mano sul capo, lisciandole le piume arruffate.
"Devo sparire. Per un po'… Per molto. Chissà per quanto. Tu dormi piccola, che sogni ed incubi ti mostrino la via... E come prima o poi tutti dovranno fare, farai le tue scelte”
La furia si avvolge maggiormente nel suo mantello ed esce dalla porta chiudendosela alle spalle.
view post Posted: 1/6/2017, 11:34 Evento Giugno 2017 - STAFF DIXIT

Informazioni Utili



Il Materiale? Dove Dormo? Dove Mangio? ....

Affitto materiale di gioco: :|8):

E' possibile l'affitto delle armi di gioco associative per i nuovi giocatori, che non ne hanno una loro, a 10 euro ad evento non rimborsabili, con Carta Identità in caparra.

Per i vestiti è molto semplice trovare un pantalone nero/marrone, scarpe comode (non da ginnastica) una camicia larga ed una cintura per la vostra arma!



Dove mangio?

Al Drago Pettegolo
A partire da Sabato potrete godere del servizio ristoro, grazie alla compagnia di Marietto & Company!

In caso di allergie o intolleranze segnalatele, così da evitare disguidi spiacevoli.


Dove dormo? :prega:
Sono disponibili varie opzioni.

Presso area campeggio, esterna a Forte Ardietti

Come spiegato nel capitolo Quote Iscrizione il Comune Ponti sul Mincio mette a disposizione una vasta area adibita a campeggio sempre all'interno della proprietà del forte e vicino alle auto.
Annesso troverete il parcheggio ed una struttura civile con bagni e docce ad acqua fredda :fiori:

ATTENZIONE L'ACQUA DI QUESTA STRUTTURA NON E' POTABILE
SI PUO' UTILIZZARE SOLO PER LAVARSI


nota: acqua potabile sarà disponibile all'interno del forte.

Per tale accomodazione non è necessaria la prenotazione e vale la regola “chi prima arriva meglio alloggia” e ricordate portate tenda, materassino, sacco a pelo e tappi per le orecchie! :do:

Il parcheggio delle auto DEVE
- essere fatto a "Pettine" lungo il perimetro della struttura in muratura e la recinzione
DEVE
- sempre garantire il passaggio presso le entrate dei bagni, del campeggio e del parcheggio medesimo
Inoltre DEVE
- essere garantito il passaggio di mezzi di soccorso.


AVVISIAMO TUTTI DI RISPETTARE LA PULIZIA DEL FORTE E L'ELIMINAZIONE DEI RIFIUTI [SECONDO RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ESSERE NEL COMUNE DI PONTI SUL MINCIO], RIPRENDETE E SEGNALATE COLORO CHE NON RISPETTERANNO TALE DISPOSIZIONE
view post Posted: 1/6/2017, 08:11 Sogni & Incubi - Resoconti In Gioco
TetraRoccaforte. Stanze del Maggiore del Silenzio, davanti ad uno specchio

L’immagine era un po’ deformata, quello specchio era troppo vecchio. Fissò il suo volto ed iniziò a parlare come spesso faceva quando era profondamente turbata, come in quel momento.
“ Io voglio una vera famiglia, dove nessuno venga abbandonato o dimenticato, voglio che siano dei veri fratelli tra loro e voglio che conoscano finalmente una vera Madre. Io posso essere quella Madre: presente, premurosa, protettiva. Non abbandoneranno la Legione, perché farlo vorrebbe dire abbandonare anche me e loro non vorranno farlo. Per scelta e non per un obbligo. Quasi tutti coloro cui ero legata sono morti. Mi sono rimasti solo Thauron e Aisha.”
“Vuoi fare la Madre? Non puoi amare alcuni figli meno di altri. Dici che nessuno verrà abbandonato in questa famiglia, ma se le cose non vanno come vuoi, allora sei tu quella che abbandona. Sei una contraddizione: hai disconosciuto Megera come Madre, ma sei rimasta comunque Maggiore eppure non partecipi alle battaglie. Tu non puoi essere la nuova Madre della legione, non saresti sempre incondizionatamente presente. Prima o poi cederesti alla tua paura e li abbandoneresti tutti.”
“Ma se ho chiesto di diventare io custode del nostro nucleo?! Se non mi avessero colpita alle spalle ora ci sarei io nel nucleo e non Ashur!!”
“Sì, ma solo perché eri in preda alla tua paura di essere abbandonata da Ashur; magari la prossima volta quella stessa paura ti farà andare via.”
“NO! Lo avrei fatto perché lui serviva alle legione molto più di me e ora vorrei solo essere per loro quella Madre che hanno sempre meritato e che Megera non è mai stata in grado di essere.”
Lacrime? Non credeva possibile averne ancora. Ashur. La sua presenza impregnava ogni mattone di quel castello, eppure lei li avrebbe bruciati tutti uno per uno pur di riaverlo.
Sarebbe stato meglio se fosse stata lei ad entrare nel nucleo. Ora non gli restava davvero più nulla. Aveva basato la sua forza su quella che aveva creduto essere la sua famiglia, ma uno dopo l’altro i pilasti su cui poggiava si erano sbriciolati inesorabilmente, senza che lei potesse impedirlo. Voleva ancora proteggere quello che restava di quel sogno. I pochi legionari rimasti; non avrebbe permesso loro di morire. Ma lei era debole. Troppo debole.
Doveva trovare il potere, ma questa volta non sarebbe stato negli altri che lo avrebbe cercato, ma dentro sé stessa e per farlo doveva andare ad Innegar; se voleva salvare la legione doveva partire immediatamente. Voltò le spalle allo specchio e si avviò di corsa come era solita fare un tempo, imboccò la porta e poi giù a perdifiato per scale, corridoi e cunicoli nascosti. Non avrebbe permesso a nessuno di ostacolarla. Le sembrarono infiniti, ma nessuno conosceva i passaggi segreti della Roccaforte meglio di lei. Da piccola passava ore interminabili in quei cunicoli, solo per arrivare alle spalle di Alek e spaventarlo. Quanto le mancava. Era passato più di un anno eppure aveva ancora ogni momento di quella terribile notte davanti agli occhi. Loro non sapevano. Gli altri legionari non dovevano conoscere la sua sofferenza che giorno dopo giorno la logorava e le strappava brandelli di cuore. Un pezzetto per ogni fratello perduto. Lui, conosciuto da tutti solo come Breaker, si era portato via il pezzo più grande.
Persa a vagare con la mente nei ricordi si bloccò di colpo quando una mano orripilante le afferrò il braccio per trattenerla. Era uno dei suoi incubi della morte. Lui lo aveva mandato per fermarla. Voleva ancora proteggerla e non voleva che lei partisse. Troppo piccola, troppo indifesa, troppo debole per quel viaggio. Forse aveva ragione, ma non le importava. Non sarebbe rimasta un minuto di più nella stessa casa con colui che non la rispettava e non la capiva. Lei che da tutta la vita voleva solo essere amata. Amata a tal punto da non aver più paura di essere abbandonata, come avevano fatto i suoi genitori. Sentì montare la furia che era in lei, la magia sgorgò dalle sue mani e l’incubo cadde abbattuto con un solo incantesimo.
Mentre il sole sorgeva all’orizzonte riprese la sua folle corsa. Era partita senza provviste, non ci aveva pensato, ma tanto era abituata fin da piccola a sopportare i morsi della fame.
Era risoluta. Non avrebbe permesso a qualcuno di imporre la sua propria paura ai legionari. Ognuno di loro avrebbe dovuto essere aiutato a seguire e dominare solo la propria. Sentiva che quel compito ora era ricaduto sulle sue piccole spalle. Alek avrebbe saputo cosa fare. Lui era stato il suo unico pilastro per così tanti anni. Quello più grande e più forte. Si sarebbe buttata da un burrone se le avesse detto che avrebbe pensato lui a tutto, che sarebbe andato tutto bene. Se solo avesse potuto sentire la sua risata nuovamente e vederlo ghignare ancora una volta poco prima di entrare in battaglia……
Una mazza la colpi in viso, riuscì a schivare un po’ all’ultimo momento, ma l’impatto fu comunque devastante.
Stupida! Stupida! Stupida! Cerebro non ti avrebbe mai perdonato un errore del genere! Essere così distratta dai propri pensieri da correre senza la minima attenzione! Bisogna sempre aver paura di poter sbagliare.
Quelle dannate bestiacce. Né chimere, né umani, né animali. Si erano nascosti tra gli alberi della foresta nelle ombre del crepuscolo e lei non li aveva notati. Era in trappola, senza via di scampo. Poteva solo lottare e combattere. Sentiva la paura di Alek crescere dentro di lei: erano così diversi e l’unica cosa da fare era distruggerne il più possibile.
Con una palla di fuoco colpì in piena faccia quello che aveva osato colpirla che iniziò a correre emettendo orribili suoni, per poi cadere morto in mezzo ad un cespuglio che prese fuoco di li a poco. Erano davvero tanti, ma lei non si sarebbe arresa. Come Medea scelse di non scappare, lei sarebbe andata incontro al suo destino, qualunque esso fosse.
La sua ascia colpiva veloce e precisa, loro erano disorganizzati mentre lei veniva dal sangue di mille battaglie combattute serpeggiando tra quei mostri schifosi per proteggere di nascosto i suoi fratelli.
Lampi di luce e palle di fuoco sembravano arrivare da tutte le direzioni, e se ci fossero stati i suoi fratelli con lei allora avrebbe potuto concentrarsi per recuperare le energie, perchè anche se riusciva a nascondersi tra le ombre non era sufficiente. Stava fallendo, ma a darle forza nel suo cuore riaffiorò il ricordo di Genara.
Non si sarebbe lasciata battere così da quegli esseri, non avrebbe permesso loro di sconfiggerla. Doveva salvare la legione, aveva una missione e sentì che Kael era al suo fianco.
Ognuno di loro se ne era andato, ma lei non li aveva abbandonati poichè li portava tutti nel suo cuore; finchè avesse avuto un soffio di vita in corpo sarebbero stati protetti dall’oblio nei suoi ricordi. Era anche per loro che combatteva.
Nel frattempo i vari focolai che aveva appiccato stavano prendendo forza, iniziando a diventare un vero a proprio incendio alimentato dal vento della sera.
Ormai era coperta di ferite dalla testa ai piedi, aveva perso così tanto sangue e aveva quasi del tutto esaurito le forze. Erano riusciti ad accerchiarla. Chissà cosa avrebbero fatto Kalsifer ed Argo; loro sarebbero di certo usciti vincitori da quella lotta. Il loro ricordo la riscaldò fin nel profondo dell’anima. La consolava il pensiero che almeno non sarebbero stati quegli esseri ad abbatterla. Con il volto di Ashur davanti agli occhi si apprestò ad abbracciare quella morte così spaventosa. Quella morte così dolce, quel sollievo tanto agognato dal dolore di una vita di sofferenze, perdite ed abbandoni. Le restava energia solo per un’ultima magia e quelle creature erano ancora più di una dozzina. Non aveva altra scelta. La formula dell’incantesimo riecheggiò sotto la luce della luna, mentre la mano di Aica toccava il suo stesso petto, laddove un tempo aveva battuto un cuore innamorato, ed il suo corpo stramazzava al suolo.

EVOCO IL POTERE DELLA SCINTILLA: Stasi!
Queste furono le sue ultime parole. Aveva pensato che quegli esseri fossero più simili agli animali e dotati non certo di molta intelligenza. Forse giunti a questo punto poteva funzionare come con gli orsi.
Le bestie si bloccarono per qualche istante, quasi fossero rimaste interdette da ciò a cui avevano assistito. Si stavano per avvicinare a lei, quando un suono sordo simile ad un’ esplosione attirò la loro attenzione, ora non più totalmente assorbita dalla lotta. Il rumore proveniva dal tronco di un vecchio albero che era letteralmente scoppiato a causa del fuoco ardente. Si resero quindi improvvisamente conto che mentre combattevano il vento si era alzato e l’incendio che era stato appiccato all’inizio stava ormai divampando incontrollato. Questo forse più che altro, sembrò convincerli ad andare via senza più sfiorare il Maggiore del Silenzio.
Il fuoco ancora una volta l’aveva salvata e ora ardeva tutto intorno a lei bruciando ogni cosa come a volerla proteggere tenendo lontano ogni pericolo. Il fuoco faceva parte di lei e non l’avrebbe mai potuta abbandonare. La foresta era illuminata a giorno ed un bagliore rossastro rischiarava il cielo. Le fiamme lambivano le sue carni come dolci carezze, ma in realtà quell’incendio era diventato devastante e rischiava di distruggere tutto quello che incontrava sul suo cammino. Lapilli di cenere volavano ovunque come fossero fiocchi di neve e l’aria cominciava a diventare irrespirabile, ma lei continuava a non rendersi conto di nulla e sarebbe potuta rimanere lì per sempre. Il destino però aveva ancora qualcosa in serbo per lei e in questa totale distruzione uno degli alberi che avevano perso fuoco per primi le cadde proprio addosso con quello che restava delle sue fronde.
Si ridestò trovandosi incastrata tra i rami.
Sola, debole e ferita si ritrovò a strisciare per uscire da quella trappola di legno fumo e fuoco. Quando finalmente riuscì a liberarsi era completamente esausta. Si girò supina a guardare quel cielo notturno illuminato di rosso, senza sapere cosa fare. Nella sua mente c’era un turbinio di pensieri e sensazioni contrastanti. Tornare alla tetra roccaforte, dove però si sentiva impotente e rifiutata? Affrontare il resto del viaggio verso Innegar in quelle condizioni? Rischiare cercando aiuto sperando di trovare un qualche genere di accampamento?
Cercò di analizzare la gravità delle ferite: era messa davvero male. Il dolore era lancinante e le impediva di concentrarsi abbastanza per tentare di utilizzare la magia. Era sopravvissuta a quel combattimento terribile, ma ora cosa ne sarebbe stato di lei? Sarebbe rimasta lì a morire di fame? Quegli esseri sarebbero anche potuti tornare, non appena il fuoco si fosse placato. Capì che se voleva riuscire a sopravvivere ancora una volta doveva rimettersi in piedi, sopportare le fitte lancinanti e mettere un passo davanti all’altro, se non con le sue forze allora con la sua volontà.
Si girò, i palmi delle mani affondarono nel terreno ed in qualche modo riuscì ad alzarsi. Uno spettacolo stupendamente devastante si offrì al suo sguardo: un mare di fuoco. Attratta da tanta bellezza cominciò a camminare proprio in direzione delle fiamme più forti; lì sarebbe stata al sicuro.
Non avrebbe saputo dire quanta distanza avesse percorso, quando si rese conto di essersi lasciata alle spalle la parte più distruttiva dell’incendio e cominciò a notare che erano rimasti solo dei caldi focolari via via sempre più sporadici. Anch’essi poi scomparvero definitivamente mentre all’orizzonte si iniziavano ad intravedere le prime luci dell’alba e con esse il profilo di quella che un tempo avrebbe potuto essere un’abitazione di qualche genere.
Aprendo la porta vide che c’era una sola stanza fredda e sporca con della paglia in un angolo sul pavimento, vicino a quello che restava di un camino. Avrebbe tanto voluto accenderlo, ma non ne aveva le forze e soprattutto il fumo avrebbe potuto attirare attenzioni indesiderate. Si trascinò ancora per qualche passo, si raggomitolò su quella specie di giaciglio e cadde in un profondo stato di incoscienza.
Il suo riposo fu agitato da strani sogni e terribili incubi causati dalle febbri delle ferite; in tutto ciò però c’era costantemente il volto di un’anziana donna china su di lei. Si svegliò solo parecchi giorni dopo e quando aprì gli occhi vide del cibo in una ciotola accanto a lei. Poteva essere avvelenato, ma a che scopo? Avessero voluto ucciderla il veleno non sarebbe servito, date le condizioni in cui versava. La zuppa era calda e deliziosa e ad ogni boccone sentiva tornarle le energie. Il cigolio della porta la fece voltare giusto in tempo per veder entrare proprio la donna che le era apparsa in sogno.
- Finalmente sono riuscita a farti riprende bambina, le tue condizioni erano davvero terribili, sai? Se non ti avessi trovata io a quest’ora non saresti qui, credi a me.
- Tu chi sei?
Chiuse la porta e proseguì come se non avesse udito nulla
- Dai, fatti dare un’occhiata, devo togliere quelle bende per capire come stai messa, bambina. Forza su, prova a sollevarti. Ecco così da brava…mmmmm…sì, dai, stanno guarendo bene credo proprio che ce la farai. Oh tranquilla, non stare a guardarti attorno come un coniglietto spaventato, sei al sicuro qui ora. Ben in pochi sarebbero ora in grado di superare le rune che ho posto a protezione di questo luogo. Bambina mia sono vecchia, ma questo non vuol dire che non sappia come ci si difende sai? Ora non sforzarti, è ancora lunga la strada per la tua guarigione, ma non temere bambina mia, ci penserò io a prendermi cura di te, tu ora riposa. Dai su, non forzarmi la mano, non voglio costringerti, ma lo farò se devo. Ecco così, rilassati, tanto nulla può entrare qui senza il mio permesso, né tantomeno uscire se è per quello, quindi rassegnati. Non avere paura, quando il tempo giungerà sarai libera di andare dove vuoi, ma fino ad allora dovrai darmi retta, è per il tuo bene, sai? La vecchia Kalma qui sa cosa sia meglio per te, bambina…
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