12° giorno del 6° mese – Nei pressi di Porto Freddo – Aranel
Tutto era tranquillo nel bosco vicino a porto freddo, Aranel su un’altura odora l’aria con i sensi all'erta. Il bosco profumava di note nuove, la loro nuova casa al di fuori dei confini, le fronde di bosco dei pruni ora più distanti che mai, come del suo cucciolo “chissà cosa starà facendo?!” pensa tra sè e sè. L’odore di Raiako si avvicina, Iko e il puzzo di Flynn un po’ più distanti, gli odori degli amici rincuorano Aranel, nonostante alcuni fossero scossi dagli eventi e dai clangori delle spade contro chi ancora seguiva i custodi. Gli amici diventati nemici, alleati che per differenti scelte avevano avuto troppa paura di scegliere la via di questo mondo, ora nemici che cercavano di ucciderli come avevano fatto con uno di loro. “non sentiremo più l’odore di Xadom” questo pensiero rattrista la giovane chimera, ma non può permettersi di scomporsi, troppi amici da difendere e sorvegliare. <il branco prima di tutto!> sussurra intravedendo la scimmia emergere dalle fronde degli alberi.
13° giorno del 6° mese – Porto Freddo – Cassandra
Il sole stava tramontando e il freddo iniziava a farsi intenso, intorpidendo la punta delle dita e muso di Cassandra. Normalmente la volpe amava le sere come quella, quando la gente si radunava attorno al fuoco, cercando riparo e qualche svago. Avrebbe potuto raggiungere gli altri, scaldarsi e leggere le carte, magari persino fare qualche affare, ma Cassandra non si muoveva. Aveva un peso opprimente nel petto, che le impediva di alzarsi. Da quando era arrivata a Porto Freddo era rimasta seduta in disparte, con le vecchie lettere di Inuiko tra le mani, quelle che l’amica le mandava prima del disastro di Numea, prima che si ricongiungessero. La gatta le aveva raccontato ogni cosa delle avventure con i Piaga Rossa, in un certo senso li aveva conosciti ancor prima di incontrarli, erano chiassosi, caotici, avventati e a volte ingenui. Quando tanto tempo prima Cassandra li raggiunse e si unì a loro, forse non aveva avuto le migliori intenzioni. Un sorriso triste le attraversò il muso. “Cercare protezione non è avere cattive intenzioni, no? Anche se forse non vuoi proprio dare molto in cambio” Allora Xadom si era rivelato come nelle lettere di Inuiko, esattamente come il suo clan: caotico, avventato e a volte ingenuo. Altrimenti perché accoglierla così? Senza quasi fare domande? Xadom le aveva dato fiducia da subito. Le aveva fatto conoscere le persone giuste, l’aveva sostenuta con ingredienti e denaro nel suo lavoro di Alchimista, senza mai chiedere niente in cambio – nemmeno qualche profezia sul futuro!-, senza mai domandarsi se lei non stesse tentando di ingannarlo… E la cosa più strana era che faceva così con tutti quelli dal suo clan! Come se credesse che bastava un giuramento a renderti onesto e leale… che ingenuo… improvvisamente Cassandra drizzò le orecchie e spalancò gli occhi, quasi sorpresa: “Xadom alla fine aveva fatto bene a fidarsi!” nonostante ne avessero avuto la possibilità né Cassandra, né nessun altro avevano tradito la sua fiducia. La volpe abbassò nuovamente lo sguardo sule lettere e rilesse con attenzione. Lesse di Inuiko, di Shedir, di Atrax, di Samael, di Efesto, di Raiako, di Aristan e di molti altri, di tutti gli altri… No, Xadom non era ingenuo era coraggioso e lungimirante. Gli erano passati sotto gli occhi vagabondi e disperati e li aveva presi con sé, gli aveva dato una famiglia e li aveva messi sul cammino per diventare qualcosa di meglio e molti ci erano riusciti, erano diventati leggende, protettori delle nebbie, stregoni potenti, persino capi rispettati. Non importava se erano ancora piaga rossa di nome o meno, ognuno di loro in fondo sarebbe per sempre rimasto fratello degli altri, ciò che Xadom aveva creato non sarebbe di certo finito con lui. Cassandra si alzò in piedi, e a passo veloce si diresse verso il fuoco, verso i suoi compagni, la voglia di piangere e rimuginare su vecchi ricordi le era passata, adesso voleva vedere gli altri, voleva vedere cosa sarebbero diventati, cosa Xadom aveva visto in loro, anche senza essersi mai fatto leggere le carte.
14° giorno del 6° mese - Canali di Porto Freddo - Flynn
“NON VUOLE VENIRE VIA! QUESTA PUZZA NON VUOLE VENIRE VIA!” Erano passati tre giorni dal ritorno dalla culla di Ru, e Flynn li aveva passati immerso in acqua a tentare di lavarsi con una saponetta. Rifiutava di parlare con chiunque, se qualcuno provava ad avvicinarsi, lui andava sott’acqua e riemergeva lontano.
“Evoco il potere della scintilla maggiore: comando fermo!”. Questa volta non si era accorto di Inuiko che si era avvicinata di soppiatto e ora non poteva più fuggire. Inuiko “Flynn, sono giorni che te ne stai lì da solo, devo dirti una cosa importante riguardo a Xadom…” Flynn “Immagino cosa vuoi dirmi, tornati dalla culla ho sentito delle voci. Ma finché nessuno me lo conferma rimangono solo dicerie. Per questo non voglio parlarne con nessuno, così posso sperare in un suo ritorno. D’altronde la luna non è là se nessuno la sta guardando.” Inuiko “Fare finta che non sia successo non cambia il fatto delle cose, la luna rimane sempre dov’è e sarà lì ad aspettarti appena ti girerai.” Una lunga pausa di silenzio si interpose tra i due. Era giunto il momento per Flynn di affrontare la dura verità.
Flynn “Sai, Xadom è stato l’unico ad avere fiducia in me nonostante io non perdessi occasione per dimostrare il contrario. Aveva visto del potenziale in me, mi ha aveva fatto intraprendere un cammino di crescita e io per ringraziarlo, avevo ricambiato con una promessa. Starmene qua a lavarmi mi aiuta a non pensare. A non pensare al mio futuro. Adesso non potrà vedere né la mia crescita né tantomeno la mia promessa mantenuta, quindi tanto vale rimanere qua a mollo fino alla fine dei miei giorni, non ha più nessuna importanza quello che faccio.” L’incantesimo di Inuiko aveva fatto il suo termine e, giratosi di spalle, Flynn tornò a insaponarsi. Inuiko “Hai detto che è stato Presente ha lasciarti addosso quell’odore, vero? E anche se non è qui, quell’odore continuerà a influenzare le tue azioni e non importa se alla fine riuscirai o no a liberartene, sarai comunque cambiato nel durante. Presente non era intenzionato a vederti alla fine del cammino, ma indicarti dove iniziava. E così Xadom. Puoi continuare a restare lì in acqua fino a marcire, ma non è la strada indicatoti da Xadom” Flynn lasciò andare la saponetta, poi uscì dall’acqua e afferrò Inuiko per le spalle. “Hai ragione. Come prima cosa rispetterò il primo punto della promessa. Sai come posso mettermi in contatto con O’Neal della gazzetta?” Inuiko si portò la zampe sul muso e rispose “Puoi bandargli una bissiva, ba brima sarebbe beglio che tornassi in acqua a darti ancora un’insaponata…”
16° giorno del 6° mese - Porto Freddo - Shedir
La porta si aprì lentamente portando poca luce nella stanza, la sera era appena iniziata. La furia andrò a passo spedito verso la sua scrivania, aprì la scarsella e gettò le nuove rune in un cassetto in cui erano contenute le altre, quelle già studiate. Si buttò sulla sedia facendo cadere il mantello mentre con l'altra mano slegò il grimorio dalla cintura. Aprì con esitazione l'ultimo cassetto, erano contenute diverse lettere. Ogni lettera recava l'intestazione “Per Xadom, Privato. Shedir”. Questa volta, a differenza delle precedenti, non aveva lettere da aggiungere al suo ritorno. “È ironico” pensò. Chiuse gli occhi e la mente andò alla sera prima dell'ultimo viaggio, si trovava nella stessa posizione con davanti una pergamena, dopo diversi tentativi buttò a terra il foglio “No, questa volta non ci sarà nessuna lettera di addio”, l'incertezza dei primi viaggi aveva infatti lasciato posto alla fiducia; fiducia che con il suo clan nulla sarebbe ormai andato storto. “È ironico, sai, che questa volta quella lettera sarò forse io invece a riceverla”. Prese una nuova pergamena e scrisse tutta sera, raccontò del suo arrivo nel clan Piaga Rossa, di come Xadom la invitò a presentarsi e di come il suo futuro cambiò dopo quell'incontro. Della fiducia che le diede, di tutto quello che le aveva insegnato negli anni e quello che mai era riuscita a dire. Scrisse dei suoi compagni, solo tre erano sopravvissuti dal suo arrivo. Piegò la lettera con cura, la chiuse. “Per Xadom, Privato. Shedir” Poi si alzò in piedi, con la lettera in una mano e con l'altra cercò il grimorio. “Evoco il potere della Scintilla... FUOCO!” La guardò diventare cenere. Un'ultima lacrima. “Grazie per tutto”.
20° giorno del 6° mese – Luogo sconosciuto - Kaytria
Il vecchio tomo si chiuse con uno sbuffo di polvere. “Queste informazioni potrebbero esserci utili” disse Kaytria tra sé, scribacchiando due appunti. Si era costruita una piccola capanna in una macchia di alberi e scacciava il tempo consultando alcuni tomi recuperati nei brevi passaggi nella città vicina.
“E’ meglio starsene per conto proprio, di questi periodi. Per fortuna almeno posso fare qualche ricerca e tentare di rendermi utile”. E tentare di farsi perdonare quella lieve complicazione, quell’incantesimo riuscito non benissimo, insomma, quel disastro che era diventato il banale contrattempo che l’aveva trattenuta lontana dalla Culla di Ru e dal suo clan. Erano ormai mesi che non aveva più notizie di loro ed una certa ansia tendeva ad infilarsi nei suoi pensieri, ogni volta che si chiedeva in che modo Xadom avesse tentato di farsi uccidere questa volta. “Ma perché preoccuparsi, in fin dei conti…” . Se c’è una cosa certa come l’alba, è che il Capo sarebbe ricomparso, tronfio e con un sorriso beffardo sulla faccia, dopo qualsiasi pericolo improbabile in cui si fosse infilato. Si rilassò all’idea, quindi con il bordo della manica spolverò il titolo del tomo successivo, consunto e scolorito, che sembrava parlare di geografia. “Mmm, sì, questo potrebbe servigli”. Anche questa volta non avrebbe dato prova di particolare coraggio o prestanza fisica, ma sperava almeno di poter consegnare a Xadom qualcosa per cui sarebbe valsa la pena la sua assenza durante l’ultima spedizione. Di certo non sarebbe stata la prima volta che un suo errore le sarebbe valso solo qualche parola sarcastica. E ne aveva fatti tanti, di errori, più o meno grossi. “ma questa volta sarà fiero di me, ne sono convinta!”. Quindi accese una nuova candela, pose il candelabro in centro al tavolo e si rimise a sfogliare le pagine di pergamena.
8° giorno del 7° mese – Nei pressi di Porto Freddo - Raiako
La chimera scimmia vagava distratta tra un ramo e l’altro mentre si allontanava da porto freddo per raggiungere il resto dei suoi compagni nei boschi appena fuori, la mente occupata da un mucchio di pensieri dopo gli ultimi avvenimenti. Tra tutti uno tornava più di frequente. Raiako aveva reciso il suo legame coi nobili, certo, ma Xadom era stato ben più di questo. Un salvatore, una guida per parte della sua permanenza nella nuova realtà. Un amico.
Gli capitava spesso di pensare che forse se fosse stato più scaltro avrebbe capito che qualcosa non andava quando gli avevano portato la cintura del suo vecchio nobile, che forse avrebbe potuto salvarlo, che forse…
Nessun forse, pensò Raiako mentre accelerava l’andatura, non ha senso rimuginare. Nel tempo che ha passato con noi ci ha dato il meglio di sé, la sua fiamma continuerà a bruciare nei ricordi. Tempi oscuri si avvicinano e forse non sarà l’unico a cui dovrò dire addio.
12° giorno del 7° mese – Porto Freddo - Inuiko
Inuiko alzò gli occhi lucidi dal testamento di Xadom, per posarli sui suoi compagni e amici, uno ad uno. Stavano tutti intorno a lei, mentre leggeva, vicini come sempre, con il suo stesso peso nel cuore, le chimere con le orecchie abbassate, gli altri con lo sguardo basso e triste. Con loro aveva condiviso gioie, avventure, risate, e tragedie. L’ultima, appena il giorno prima.
Aveva appena terminato di leggere ad alta voce il testamento di colui che era stato il loro capo, la loro guida, e non poteva credere a quello che aveva appena letto. Dovrai accettare la sua scomparsa, prima o poi, si disse
Una lacrima le scese lungo il muso, mentre ripensava a come Xadom, vedendola abbandonata da quelli che le avevano promesso amicizia, le aveva chiesto di accompagnarlo ad esplorare il territorio “Sei una curatrice? Vieni con me!” Le aveva porto la mano, e lei l’aveva annusata, e poi stretta tra le zampe Si era preso cura di lei, e lei si era presa cura di lui, fin dall’inizio: quando uno dei due era a terra, l’altro accorreva per curarlo e proteggerlo, e lo stesso succedeva con gli altri membri del clan, non importava il rango o il periodo di appartenenza
“Sei stato un fratello, non un capo”, pensò, stringendo i denti e trattenendo altre lacrime, “E ora mi prenderò io cura della tua - della NOSTRA - famiglia”
Ruppe il silenzio che si era creato intorno a lei, con poche semplici parole “Non lasceremo che i Piaga Rossa scompaiano. Se anche voi siete d’accordo, accetto l’ultima volontà di Xadom.”
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