Bollaverde Live - GRV

Posts written by Il Verga

view post Posted: 12/4/2017, 13:52 Lacrime nei sotterranei - Resoconti In Gioco
La sera stava scendendo rapidamente sopra i cieli di Noah, nelle scale del castello in un'ala praticamente mai percorsa fino a poco tempo prima Fionn camminava a passo incerto portando in mano un sacco contentente quello che alcuni avrebbero definito spazzatura ma che per lui significava molto, forse tutto quello che era il suo mondo. Voleva farlo conoscere anche a lei, meritava di conoscere.
Non più tardi della settimana precedente, alla partenza per la culla di Ha si era avvicinato a Ser Alcor mentre questi stava per salire a cavallo " Alcor... dove la posso trovare?" lo sguardo del cavaliere si intristì "vai nei sotterranei nell'ala più scura, prosegui fino a dove le stanze sono meno illuminate e continua ancora fino a quando la polvere non si fa più pesante: la troverai Re degli Eroi" un cenno, uno sguardo, un saluto fugace... non serviva altro.
La porta si aprì sotto la gentile pressione della spinta dell' Innocente, una stanza buia, illuminata solo dalla tenue luce di un paio di torce morenti attaccate alle pareti. Al centro della stanza su un piedistallo si ergeva colei che stava cercando.
Fionn si fermò un secondo ad ammirare le linee della lama così affilata che sembrava poter tagliare anche la più dura tra le corazze senza il minimo sforzo, i precisi lavori di tornitura sulla guardia e il pomo erano il lavoro di un artigiano di incredibile dalle capacità ormai irripetibili.
L'innocente avvicinò le dita all'impugnatura, la sfiorò appena e fu allora che lo spirito apparve.
Candida, eterea, bellissima, triste, spaventata e curiosa, colei che stava cercando era infine giunta.
"Mia signora forse vi ricorderete di me ci siamo conosciuti poco tempo fa in una occasione non esattamente piacevole" a queste parole il volto della dama si intristì ulteriormente ma l'Innocente continuò a parlare "mi presento ancora a voi mi chiamo Fionn, Innocente della Valle e scudiero dell'Ordine dei cavalieri di Noah. Ho chiesto e ricevuto il permesso da parte di Ser Alcor di venirvi a parlare, conoscere e se vi potrà fare piacere ascoltare le mie parole per capire una piccola parte del mondo esterno. Mi potete concedere udienza?"
Un sorriso falso comparse sul volto dell'Innocente, non malevolo, ma di quelli che provavano a nascondere una profonda tristezza. " Sono lieta che siate venuto a trovarmi, mi rammento di voi. Anche se il primo incontro tra noi era in contingenza di un triste evento questo non è certo una vostra colpa."
Annuendo felice Fionn prese il suo sacco ed iniziò a estrarre quanto aveva portato: alcuni fiori, tra i più belli che aveva trovato, i più variegati per colori forme e dimensioni; alcuni ramoscelli secchi e alcuni ancora verdi già fioriti, altri con le gemme chiuse; qualche frutto: non di quelli che si trovano nelle fruttiere dei nobili ma molto meno perfetti; alcuni sassolini presi da un letto di fiume, tondi e levigati e un paio di ampolle contenente quello che sembrava acqua."Sono venuto da voi oggi per farvi conoscere se vorrete parte del mondo esterno ,piccole cose lo ammetto , ma in questo breve tempo non sono riuscito a trovare di meglio ma cerchrò di raccontarvelo al meglio facendovelo vivere attraverso le mie parole. Bhe spero che vi faccia piacere e che non vi annoi ".
Davanti allo sguardo meravigliato dello spirito lo scudiero iniziò a spiegare che quelli erano i frutti della terra su cui vivevano, delle meraviglie del mondo, le raccontò di quel poco che aveva scoperto della nuova Numea che piano piano si iniziava ad esplorare, poi iniziò a parare delle razze che la abitavano, delle loro credenze, delle loro certezze e del perchè essi combattevano . Parlò brevemente della sua storia, del motivo per cui voleva diventare cavaliere e delle sue gioie.
Parlò a lungo e incessantemente senza quasi fermarsi per prendere fiato fino a che l'ora si fece tarda, le narrò dei suoi più cari amici Sorriso , Nat , Lucio Liara e tutti gli altri di quello che avevano vissuto a sieme gli parlò anche di Argo e di quanto aveva dovuo compiere alla culla e fu allora che si alzò. "Purtroppo il tempo che mi era stato concesso oggi è terminato e devo salutarvi. Grazie per aver ascoltato le mie storie".
" Sono io a dovervi ringraziare per avermi portato un po' del mondo qui affinché io lo potessi ammirare e per avermi fatto vivere un po' fuori grazie alle vostre storie"
L'Innocente raccolse le sue cose riponendole con cura nel sacco e poi lentamente si allontanò verso la porta voltando le spalle al mesto fantasma. Dopo un paio di passi si fermò.
"Sapete" disse senza voltarsi "io ho avuto l'immenso onore di incontrare vostra madre, di conoscere ciò in cui credeva, di combattere al suo fianco e di aiutarla a recuperare una piccola parte di se di cui sembrava non avere più memoria. Ho avuto fiducia nel suo sogno e anche quando altri hanno iniziato a vacillare io ho continuato ad avere credere in lei e nelle sue scelte: tutti meritano di vivere, tutti, non solo di sopravvivere. Perciò io ho rispettato la scelta di Ser Volken... alla fine, probabilmente, si è dimostrato un cavaliere migliore di quanto io potrei mai essere "un tremito scosse la schiena coperta di anelli di ferro dell'Innocente.
"Ma nonostante ciò io continuerò a combattere per quello in cui credo! Quello in cui credeva vostra madre!
Io combatterò per i miei fiori!
Per i miei alberi!
Per i miei fiumi!
Per i miei amici!
A qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo."
L'innocente si voltò velocemente verso lo spirito, sorridendo "Quindi da ora anche per voi !.........penso che sia giusto così" avvicinandosi con passo lento verso la porta continuò "domani non penso di poter passare pertanto temo che ci rivedremo dopodomani, ho ancora molti racconti da narrarvi che sicuramente apprezzerete... a presto".
Una lacrima scese sul volto dello spirito... seguita da altre candide e intangibili ma vere e sentite .........da molto tempo le lacrime stavano bagnando anche il volto di Fionn malamente nascoste.
Chiusa la porta alle sue spalle l'Innocente vi si appoggiò per un momento come se le forze gli venissero meno, un solo sussurro udibile tra i singhiozzi trattenuti si poté udire "mi dispiace".
view post Posted: 12/4/2017, 13:39 Pensieri su Lolindir - Resoconti In Gioco
Sulla Zene, verso i confini, in una piccola nicchia sotto al ponte. Due figure si abbracciano.

“ Sigh… sentili come cantano, come brindano!…per gentaglia del genere non avrei mai sacrificato la vita, mai!”
“ Eppure…”
“…cosa? Sigh “
“ Eppure, io che l’ho conosciuto davvero, posso dirti che aveva a cuore tutti. Lo avrebbe fatto e… lo ha fatto. “
“ Ma gli daranno dell’assassino!! Sono degli opportunisti! Ignoranti…sigh…ciechi! Ciechi! Ecco cosa siamo, costretti sempre a guardare all’oggi, alle soluzioni di comodo, alla scelta del più forte, del più influente! Perchè?! Lo sapeva che avrebbero detto questo di lui.“
“ Certo che lo sapeva. E’ stato coerente come suo solito (sorride) e fino all’ultimo ci ha voluto insegnare qualcosa, dandoci gli strumenti per scegliere davvero.
Vedi cara, questa “gentaglia” non aveva colpe per lui. Ragione e Passione come timone e Vela della nostra anima navigante, chi meglio di loro potrebbe capirlo, no? E’ vissuto in cerca dell’equilibrio, anche nell’ultima lettera ce ne ha parlato, ed ha capito che l’equilibrio in sé è il bene, che il mondo non si può cambiare ma che ci si può vivere in equilibrio, ecco la sua perfezione. Che cosa è la gioia senza il dolore? Il successo senza il fallimento? Che cosa è una vittoria senza una perdita? La salute senza la malattia? Si deve sperimentare, comprendere ed accettare ogni cosa se si vuole apprezzare l’altra. Lui aveva il coraggio di chi ha abbandonato tutto, di chi si è sentito solo ed incompreso, di chi si è trovato solo nella natura senza provare paura.
Rispettava i custodi, rispettava i Tre, un Sapiente. Per lui l’ago della bilancia siamo sempre e solo stati noi”
“ Si ma, tutto questo cosa c’entra con il suo gesto, perché non lasciarlo fare ad altri? “
“ Tesoro, era un’ombra della sera, quando accendi la luce di una candela, per forza si crea un’ombra ma non devi averne paura, significa che la Luce è lì vicina."
view post Posted: 12/4/2017, 13:17 Liberi di Essere - Resoconti In Gioco
“Capitano…”
“Non c’è tempo da perdere, Tullio. Partiamo subito. Dobbiamo correre a Puerto Freddo, recuperare coloro che sono lì y...espostarce… ancora.”
“Va bene Libeccio… Abbiamo una rotta?”
“...”
“Comprendo. Cominciamo a muoverci. Come mai dobbiamo spostarci da Porto Freddo? Avete litigato col Kraal?”
“Re Yngvar ha decretato lo spegnimento del Nucleo de Puerto Freddo. Non so cosa potrà sucedere hyaora, ma non ce saranno altre perdite de Uomini del Mare in esta realtàd. Que Yngvar pensi al suo popolo, noi penseremo al nuestro. Era un bell’esperimiento sociale, puerto freddo. Montagne e Mari assieme… ma è finido todo.”
“...”
“Non disperiamoce. Veleggeremo verso Puerto Freddo y poi troveremo un fiume da risalir, y faremo el punto.”
“Non sarebbe meglio una discussione in mare aperto, navi attraccate in un punto conosciuto solo a noi e…”
“Ho parlato, Tullio. Vi spiegherò lì porchè il Mare non va bene. Ve sarà bissogno de Tarija…”

Poco dopo, sull’Agave, Libeccio è sul ponte di comando, a gridare ordini ad Enzo o agli altri uomini per attraccare il più presto possibile.
Guarda le facce degli uomini che assieme a lui hanno deciso.
Deciso che il Mare non deve avere un padrone.
Deciso che il mare è “Nuestro”, non di un singolo individuo.
Deciso che una vita al soldo di chicchessia non è degna di essere vissuta.
D’un tratto, gli torna in mente un sonetto di Ugo Frèscolo, poeta marittimo dell’altra realtà.
Libeccio la declamò a bassa voce, mentre il vento gli carezzava il volto.

“...Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zene mia, che te specchi nell'onde
de’ splendente mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Isola Zeno e disse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.”



Zene era sparita, inghiottita dai flutti. Avevano ripiegato su Porto Freddo per quel tempo alla ricerca di una casa, che era anch’essa sparita, e ora li aspettava una vera e propria guerra contro un semidio capriccioso.
Erano esuli.
Dopo Zene e Porto Freddo ora anche il Mare li combatteva.
Strinse tra le mani la corona. Quello era il simbolo del fatto che qualcuno ancora voleva un mare libero, per tutti.
Se fosse stato necessario combattere per avere quella libertà, avrebbero combattuto.
D’un tratto, si mise ad esclamare, come in preda ad una folgorazione.

“UOMINI Y DONNE DEL MARE!
Forse pensate que la nuestra es una battaglia impossibile, que el Mare stesso non ci vuole y che affonderà le nuestre navi una dopo l’altra, prendendo le nuestre vite nel gorgo dei flutti.
Ebbene, non disperate!
E’ il mare que se piega alla bravura y all’esperienza del marinaio! E’ lui que cazzia la vela o la espone al viento quando vi è bonaccia, è lui que annoda la gomena porquè la sartia tienga!
Il prossimo tiempo sarà de tempesta! Pretendo la vuestra professionalità da hora finchè non sarà risolta esta faxienda.
Vivremo sul Mare como uomini y donne liberi, O MORIREMO PROVANDOCE, y demostrando a todos que NOI! SIAMO! INDOMITI!”

Un urlo si levò dal ponte a quelle parole, seguito da una moltitudine di spari. Libeccio aspettò che il frastuono scemasse, poi riprese:

“Saremo devoti alla nuestra causa! Recordate el motto de Ciurma: Una nave en Porto è al seguro… ma non para esto è estata costruita! La nuestra non è una dichiarazione de guerra, ma una rivendicazione ai nuestri usi y costumi su ciò che noi chiamiamo casa. Lo Espirito non è il Mare stesso, ma solo un potente dittatore que pretiende que tutto sia sotto al suo dominio.
La nuestra casa serà donde vorremo!
popolo del Mare, non perdere la tua esperanzia!
Per Zene,
Per l’Isla del Teschio,
Per Puerto Freddo,
Finchè vi serà anche un solo sopravvissuto, difenderemo il nuestro diritto de esistere, de esere liberi y de abér un posto chiamato casa.
Combattete al mio fianco, per il mare libero, per il MARE NUESTRO!”

Un altro scroscio di urla. Sarebbero stati tempi duri, ma sarebbero sopravvissuti per dimostrare che sì, erano pronti a difendere la loro vita.
view post Posted: 12/4/2017, 13:11 L'essere della libertà - Resoconti In Gioco
Normalmente, i viaggi affrontati al ritorno da un raduno, risultavano essere sempre più corti dell'andata.
Questa volta, non era così.
Una volta approdati, dopo la traversata dei mari, Caos continuò il suo viaggio in solitaria. Non c'era più nessuno al suo fianco, nemmeno il fratello sempre pronto a cercare una via migliore. Lui la sua l'aveva trovata e traversata fino in fondo.
Camminò silenziosamente, le voci nel suo essere tutte incredibilmente zitte.
Il ritorno a casa era sempre stato qualcosa di piacevole, un conforto. Quella sensazione ora era sparita, tutto sembrava più cupo, senza colore, tetro.
All'improvviso la battaglia tra l'odio e l'amore per la sua libertà sembrava imperversare nel suo cuore.
Le fondamenta del suo essere si facevano guerra, senza arrivare a nulla, come sempre. Tuttavia, la mente rimase occupata in quei pensieri, permettendogli di raggiungere finalmente le Grotte.
Attraversò l'entrata principale, schivando i Primi Figli in festa, intenti a festeggiare e inneggiare al fratello Cercatore, immolatosi per la salvezza di tutti loro. Percorse il lungo corridoio, passando accanto ad un paio di onirici che, intenti a brindare, camminavano barcollando a braccetto l'uno dell'altro. Li superò velocemente, dirigendosi verso le sue stanze. I due si limitarono a commentare
“Ma... HIC. Quello non era Caos?” Disse uno.
“Eh si! HIC! E' passato dall'ingress... HIC. Ingresso principale!” Rispose l'altro.
“Naaaaa, non è HIC possibile. Quel tizio era HIC... Quel tizio era HIC... Era spento, silenzioso e HIC, smorto...”
“Già, non poteva essere lui. HIC”
Allontanandosi il più possibile dal suono dei festeggiamenti, Caos stava quasi correndo verso la sua camera, pronto a chiudervisi all'interno. Ignorò tutto e tutti, voleva solo raggiungere la sua meta.
All'improvviso, quando un solo corridoio lo separava dalla porta, sentì un frullare d'ali e venne colpito alle spalle. Scosse il capo, in preda ad un attacco confusionale, mentre attorno a lui zompettava una chimera, evidentemente felice
“Ah ha! Ti ho beccato! Ho vinto!” Fece una risatina, fermandosi davanti al barcollante Caos “Finalmente sei tornato! Raccontami tutto! Ho una nuova canzone sai? Vieni a sentirla e chiama anche la tua Miss Ghiacciolo!”
Caos si scosse quando sentì il riferimento sulla furia. Sgranò gli occhi, la voce si fece aggressiva. Alzo il pugno, esclamando “Tu! Lei, non... Non... Evoco il potere della scintilla maggiore! COMA!”
La chimera usignolo gemette quando la mano si abbattè contro di lei e cadde rovinosamente indietro, sbattendo contro il muro di pietra, accasciandosi inerme.
Caos si scosse, colpito dall'improvviso silenzio fattosi nel corridoio. Si chinò sulla chimera, sfiorandole la spalla
“Non... Io... Noi non dovevamo... Piccola... Evoco il potere della scintilla... Guarigione!”
L'uccellino si ridestò, lamentandosi rumorosamente “Ahia... Ahia! Che male...”
Ancora confusa, si mise a frugare nella borsa che portava a tracolla, allungando verso il Primo Figlio un oggetto scuro. Con la voce ancora un po' biascicata, mormorò “Non volevo, scusami, stavo solo giocando... Tieni questo, mi perdoni? Giuro che non l'ho rubato, l'ho trovato nella grotta dove lei stava spesso. Pensavo se lo fosse dimenticato.”
Caos riconobbe all'improvviso ciò che lei teneva tra le mani: il diario di Medea, quello su cui lei aveva passato ore interminabili a scrivere quando era sola, o quando pensava di esserlo. Lo strappò dalle mani della chimera, guardandolo come se fosse un tesoro a lungo ricercato. Rimase così qualche istante, fissandolo con uno sguardo perso, come se fosse in un altro mondo. Poi, lo mise velocemente via.
Si rivolse alla chimera, oramai nuovamente in piedi.
“Non hai nulla di cui scusarti, non dovevamo. E' che forse sto... nuovamente mutando e...”
L'uccellino scosse il capo energicamente “Nessun problema! E' che qui tutti fanno festa, ma sotto sotto sembrano tristi. E anche tu sei così! Triste! C'è qualcosa che vuoi dirmi? Che è successo Caos?”
Inclinò velocemente il capo, osservandolo con curiosità. Lui si limitò ad alzare le spalle “Più tardi, se canterai per me, ti racconterò tutto, te lo prometto. Ti devo ringraziare hai ridestato il mio animo, ma ora ho una lettura molto importante che mi attende. E in ogni caso, manterrò la mia promessa. La prossima volta, se lo vorrai e te la sentirai, farai delle scelte. Scelte importanti. E io ti porterò con me al prossimo raduno. Ora vola via”
La chimera esultò gioiosa, buttando le braccia al cielo
“Evviva! Canto finalmente esce di nuovo nel mondo a fare cose! Non vedo l'ora Caos, grazie!”
E così, Canto la chimera corse via, unendosi ai festeggiamenti dei Primi Figli.
Caos si chiuse velocemente nella propria stanza, serrando la porta.
Estrasse il libricino nero dalla tasca, stringendolo tra le mani quasi febbrilmente. Con il pollice carezzò il bordo della rilegatura. Poi, in un sussurro, si mise a parlargli, con dolcezza, fissandolo
“Oh, non temere per lei, Medea. So che ti stava simpatica. Quando la trovai, decisi di prendermene cura perchè la sua voglia di libertà è così pura... Mi sono ripromesso che niente e nessuno gliela possa negare e farò in modo che sia così...” Avvicinò il libro al volto, sfiorandolo “Ma ora so che ci sono ancora tante cose che vuoi dirmi, lo so... Parlami... Parlami ancora... Mia amata...”
view post Posted: 12/4/2017, 12:09 GLI EVENTI DI GRUPPO! - STAFF DIXIT
Sabato 13 Maggio 2017
- Gruppo: Cena tra maggiori della legione
- Organizzatore: Elena Marzullo
- Luogo Fuori Gioco: Verona - Proprietà Privata
- Luogo in Gioco: Tetra roccaforte.
- Orario IG: in definizione
- Staff richiesti: Faccio 2 dosi di lasagne in più se i png Bans e testamento si uniscono a noi.
- Partecipanti: Non sarà concesso l'ingresso a parte gli invitati diretti dall'organizzatore nessun altro.
view post Posted: 12/4/2017, 12:04 Scelte - Resoconti In Gioco
"Perché ciò che è Legione resti Legione.
Ora e per sempre."

Un sussurro, sovrapensiero, uscì dalle labbra dello Stratega, mentre con occhi vitrei osservava l'inchiostro asciugarsi sul grande libro. Il nome della Sorella era giusto sotto quello della sua Signora, e in quello spazio bianco fra loro altre gravi perdite pesavano invisibili. I loro nomi non erano scritti, poiché non la morte li aveva portati via... ma un differente modo di esistere. Eppure il vuoto lasciato era un dolore straziante.

<<hai aggiunto il suo nome, vero?>>
La voce del Muto uscì dall'ombra, tremava un po' per l'emozione. Lo Stratega alzò gli occhi verso la Sorella. Erano così diversi ma al tempo stesso simili, complementari. Erano le due facce della stessa paura... e in modi opposti manifestavano il dolore. Ella era l'esplosione della rabbia, mentre lui il vuoto stesso che consumava dall'interno. Il peso di quell'ultimo viaggio si fece greve sulle spalle di lui, il fardello della Memoria lo fece sentire improvvisamente estremamente vecchio.

<<e' morta da Legionaria. Ha abbracciato le scelte che riteneva giuste e ne ha accettato le conseguenze. Ha seguito la sua natura e non verrà dimenticata. Sarà sempre una parte di noi... sarà per sempre una parte di me.>>

Il Muto restò in silenzio, anche lei aveva fatto quanto in suo potere per non giungere a quell'epilogo, la Furia delle Scelte aveva creato non poco trambusto fra le fila dei suoi compagni, ma era amata da tutti, il Legame che esiste in una famiglia va oltre la legge e il codice. Non serviva guardarla per percepire le lacrime sul suo volto.

<<...se n’è andata... non mi ha permesso di proteggerla... ha scelto fosse qualcun altro... se fosse rimasta al mio fianco, se solo si fosse fidata della sua famiglia... se anche solo fosse tornata... tutto questo non sarebbe mai accaduto... ma ormai... ormai... >>

I pugni stretti, lo sguardo basso... poi una fiamma scaturì dalle sue mani, mentre un urlo disperato usciva dalle sue labbra.

<<ormai SE NE È ANDATA!!!>>

Il suo grido fu coperto dal fragore delle esplosioni. Non voleva che altri la sentissero. Ma la natura della Furia aveva ormai preso il sopravvento sul ruolo che, in quel momento, ella ricopriva. Non aveva potuto salvare Ashur, e l​ei aveva rifiutato il suo aiuto.

<<...ancora una volta sono stata troppo debole...>>

Lo Stratega attese in silenzio che ella prendesse di nuovo il controllo della sua paura. Quante volte aveva accolto quella rabbia disperata? Quante altre volte ancora avrebbero vissuto lo stesso dolore, in modo così diverso? Lasciò quindi che la Fiamma si assopisse, soffocata dal suo stesso fardello.

<<non c'era alternativa. Insubordinazione​. T​radimento​. D​iserzione. Così Madre ha comandato e se non avessimo agito che ne sarebbe stato degli altri? è la nostra legge, ora c'è rimasto solo questo.>>
<<lo so, ma ci saranno delle conseguenze...>>
<<noi siamo Furie, agiamo secondo la nostra natura e accettiamo le conseguenze. Non sono preoccupato per questo.>>
<<hai ragione Fratello. Dobbiamo andare avanti. Non è questo il momento per piangere lei... e gli altri. Il Diciannovesimo si occuperà delle commemorazioni. Io e te abbiamo altre faccende su cui concentrarci.>>

Vi era una nuova determinazione nella voce di lei, e per questo lui l’amava. Ogni volta, nonostante la perdita, ella sembrava trovare forza in quel dolore, come se giurasse a se stessa di non permettere mai più a nessuno di abbandonarla. Era follia, certo, ma era la follia che le permetteva di non impazzire.
L'inchiostro si era infine asciugato e il vecchio legionario chiuse il sacro tomo. Ora il peso del comando gravava interamente sulle spalle dei Cinque Maggiori. I capiclan dei plotoni della Legione Silente avrebbero dovuto trovare una nuova strada per loro e i loro Fratelli.
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<<non sono d’accordo.>>
<<scusa..?>>
<<non c’è rimasta solo la legge. Ci siamo rimasti noi.>>

E la cappa cremisi scomparve dietro l’uscio.
view post Posted: 12/4/2017, 08:09 in merito alla nuova release - Domande sul Regolamento e Ambientazione
CITAZIONE (Elena87 @ 29/3/2017, 16:58) 
La perquisizione te le fa avere in mano tutte in contemporanea. Non ha molto senso in questo caso usare l'ordine di lettura. Diventa pura fortuna.

Te le fa avere in mano a caso e quindi te le leggi in ordine di consegna dalla prima all'ultima ed applichi gli effetti.

Quindi poi trai le conclusioni
view post Posted: 12/4/2017, 08:02 Pettegolezzo - Domande sul Regolamento e Ambientazione
Ciao Elena.

Posso dirti questa abilità dipende molto dal tipo di domanda che uno fa.

Se il giocatore manda la mail con scritto: come posso uccidere Belfus?

La risposta non sarà mai specifica: "Lo uccidi con due punture di insulina" ma probabilmente "si dice che si cibi di girelle, se le fai sparire tutte forse muore di fame"

Come chiedere : "Quale è l'obiettivo di Haruman?" ....cioè l'abilità si chiama pettegolezzo e quindi : si dice che sia uccidere tutti i PG provenienti dalle tre realtà collassate.

Se invece riguarda domande su altri gruppi e/o giocatori che hanno fatto giocate relative alle trame e/o hanno creato gioco, probabilmente possiamo essere più specifici;
ma è sempre un "pettegolezzo" non verità assoluta.

Vuol dire che avrete degli indizi non che sarete stati testimoni oculari.
view post Posted: 26/3/2017, 17:19 Aggiornamento post "Spiragli" - STAFF DIXIT

Villa Medici ci sta ancora salutando con nostalgia e l'aggiornamento
post evento è avvenuto!


Vi siete divertiti nella Culla di Ha?
ed ecco a voi l'accredito PX

...la App "Bollaverdelive" ha già avvisato, ancor prima di FB, che seguirà la battitura
di quanto segue!


Il riepilogo post-live

- sono stati accreditati i PX a tutti i Personaggi iscritti e presentatisi all'evento

- sono stati accreditati i PX "500" a coloro che hanno un custode nel profilo PG

- sono stati accreditati i PX ai Capi Gruppo bollettino

- i deceduti sono stati segnati, quindi i giocatori legati ad essi potranno inviare la richiesta di accredito PX evento sul nuovo PG

- sono stati accreditati i PX ai Condottieri per lo stendardo

- Non sono stati assegnati i PX ai seguaci di HA-RU-MAN, in quanto stiamo effettuando l'aggiornamento.


nota1: i nobili con abilità Mecenate, potranno concedere i PX tramite abilità Mecenate

nota2: coloro che necessitano di correzioni sul Pgs alla prima esperienza, hanno giocato un cartellino bianco o devono creare un nuovo Pgs e desiderano accreditarvi i PX dell'evento ci contattino esclusivamente tramite [email protected] , unico incaricato a tale gestione.


Risolveremo le richieste in tempo per il prossimo evento.

nota3: Ricordate di rispondere al sondaggio di gradimento, è una parte importante per garantire un miglioramento continuo









Buona serata.....
il vostro Prez
view post Posted: 15/3/2017, 14:17 Sogno o Realtà - Resoconti In Gioco
Le stelle erano già alte nel cielo ed una luna lattiginosa di tanto in tanto faceva capolino dietro qualche nube.
L’aria fresca che annunciava l’imminente arrivo della primavera era mossa da refoli improvvisi di vento; uno di questi spense tutti i lumi accesi nella stanza, tranne uno.
L’uomo chiuse la finestra e iniziò ad accostare le pesanti tende di velluto, ma qualcosa sembrò trattenerlo dal chiuderle del tutto; si fermò ad osservare pensieroso l’orizzonte, dove si profilava una tempesta di fulmini.
Era quello, ciò che lo attendeva? Era la vigilia dell’ennesima partenza, l’ennesimo viaggio verso terre sconosciute, ma anche la vigilia di qualcosa di importante. La salvezza della città forse stavolta era davvero a portata di mano…

Un fruscio quasi impercettibile ed il rumore di piedi scalzi lo distolsero da quei pensieri. Si voltò con aria stupita, non tanto per quella presenza, piuttosto parve domandarsi da quanto fosse lì.

La donna in effetti lo aveva osservato a lungo, sapendo che da quel punto della stanza lui non avrebbe potuto accorgersene.
Fece qualche altro passo avanti ed uscì dall’oscurità; intonando sottovoce un antico canto a lui ben noto, avanzò con incedere calmo e sicuro, fino ad arrivagli accanto. Si fermò al suo fianco e si volse a guardare l’orizzonte. Per qualche istante, di colpo, parve paralizzarsi: i fulmini l’avevano sempre terrorizzata. D’istinto prese sottobraccio l’uomo.
Fu solo quando sentì la mano di lui sopra alla propria che si rese conto, allora inspirò profondamente e cercò di non mostrare la propria paura.
Ma quando si voltò verso di lui non riuscì a reggere il suo sguardo, si sentì avvampare ed arrossì. Abbassò il capo, quasi per scusarsi di quella debolezza, o piuttosto per non darla a vedere.

Allora si ricordò cosa gli disse a Buonasorte, parole in cui aveva creduto profondamente… Eppure… Ora… Le sembrarono parole non sue… Qualcosa in lei era cambiato…
In quell’istante si rese conto di quanto si fosse affezionata a lui ed immediatamente dimenticò cosa ci fosse fuori di lì. Cercò di ricomporsi, ma continuava a sentirsi terribilmente indifesa e in imbarazzo.
Non era da lei, doveva uscire da quella situazione... Si allontanò e andò a spegnere il lume rimasto acceso: quel breve tragitto fu sufficiente a riprendere il controllo.
Quando si voltò di nuovo vide che l’uomo nel frattempo si era infilato sotto alle lenzuola.
Lei allora aggirò lentamente il letto e raggiunto il lato opposto si fermò, come ad aspettare un invito da parte di lui.
L’uomo non si mosse, accennò solo un sorriso che gli increspò un angolo del viso. Allora lei si avvicinò e si distese al suo fianco, restando sopra alle coperte.
Passò un tempo indefinito, nel quale tennero lo sguardo l’uno nell’altra, come per fissare nella mente ogni dettaglio del viso e coglierne ogni piccolo movimento.
Entrambi avrebbero avuto forse molto da dirsi, ma preferirono la magia del silenzio.

La donna accarezzò con la punta delle dita il monile che lui portava al collo, simbolo di ciò che li aveva uniti così profondamente, quindi ruppe il silenzio: “Qualunque cosa accada, sarò con te. Fino alla fine”- gli disse.
“Ci conto. Ci conto davvero molto”, rispose lui.
Gli scostò un lembo della camicia e lo baciò sul petto all’altezza del cuore, poi appoggiandogli la testa sulla spalla aggiunse “Buonanotte, fratello mio”.

A quelle parole lui finalmente si lasciò andare e la abbracciò delicatamente; quel gesto, che aveva desiderato così a lungo, ora le fu piacevolmente inaspettato e per questo ancora più dolce. Rimasero così per un po’, a guardare la luce della luna, poi si addormentarono.

Quando i primi timidi raggi di sole cominciarono a filtrare nella stanza, l’uomo rigirandosi nel letto si accorse di essere solo; inconsciamente portò la mano sul petto e gli parve di sentire ancora la sua voce, ma di lei non vi era più traccia. Così come era arrivata se ne era andata. Restava solo il ricordo e quelle parole….
...


“Preferiresti che tutto questo fosse un sogno? O invece desideri davvero che sia reale? Dipende da te… solo da te…”
view post Posted: 15/3/2017, 14:11 Il Patto Cremisi - Resoconti In Gioco
“C’è abbastanza legna per la notte?”
“Ehm.. Forse no, meglio andare a prenderne altra. Kilir, accompagnami.”
“Non allontanatevi troppo!”

Prometteva una notte fredda, molto più delle precedenti.
La luna fece capolino tra le fronde, guardandoci dall’alto con sguardo bieco e gelido.

“Non riesco a scrivere con cosi poca luce! Dov’è la legna per il fuoco?!”
“Potremmo usare i tuoi fogli…”
“Pff.. Valgono più di te!” mi rimbeccò Nauros.

“Piuttosto, ora che siamo un gruppo riconosciuto, come dovremmo presentarci?”
“…”
“Che ne dite di “Famiglia Dei Galli”?”
“Ah! Ben detto Massimo!”
“Certo! Per poi fare la fine del povero Impeto?”

Un’amara risata venne interrotta da Thorvask, che sbucò dagli alberi con una pila di legna in mano esclamando: “Che avete tanto da ridere?”

Insieme a Kilir, accatastò la legna raccolta.
Parecchi ceppi vennero gettati sul fuoco, ravvivando la debole fiamma.
“Stavamo pensando ad un nome, per distinguere la nostra compagnia dalle altre presenti nel Krahal-Vajar.” disse Beck.
“Mh.. Avete trovato qualcosa?”
“…”
Un’improvviso vento gelido irruppe dagli alberi, indugiando un attimo sul fuoco e facendo avvampare la fiamma, che si alzò, illuminando di un rosso acceso il volto dei presenti.

“Il patto cremisi” sussurrò Greenwald.
“Il patto cremisi..” ripeté Guglielmo.

Tutti alzarono lo sguardo, guardandosi l’un l’altro con cenni di approvazione.
Alzandosi uno ad uno, si avvicinarono al fuoco e all’unisono gridarono: “Il Patto Cremisi!”
view post Posted: 15/3/2017, 14:08 Preparativi - Resoconti In Gioco
<<mi hai mandato a chiamare?>>
L'arciere era sulla soglia della piccola cella e guardava lo spartano arredamento. I pochi oggetti presenti parlavano di lei, urlavano il suo nome, facevano sentire la sua presenza, e ancora più la sua mancanza.
Seduto al tavolo lo Stratega studiava appunti e mappe. Senza alzare lo sguardo lo invito a sedersi.
In un angolo del grande pianale di mogano era appoggiato un libro, un pesante tomo di pelle nera. Negli anni quello era diventato una della loro più sacre reliquie. Non vi era scritto nulla sulla copertina, mentre la prima pagina riportava il Giuramento che ogni recluta recita il giorni in cui diventava un Minore. Di lì in poi sono riportati i nomi di tutti i Fratelli, la data del Giuramento e il Plotone di appartenenza... e ed infine, ne veniva registrata la morte. Quello era il Libro della Memoria, e negli ultimi anni la penna si era fatta decisamente più greve. Tradizionalmente era compito della Phobos tenere il Registro, in modo che il ricordo dei Fratelli caduti non andasse perduto. Prima lo avevano fatto i Custodi della Biblioteca, e poi il Primo dell'Arcimago stesso, ma lo Stratega non avrebbe permesso ad altri di scrivere il nome di Lei. E ancora non era riuscito ad aprire il libro.
<<ho un compito per te. I miei nuovi doveri mi trattengono qui alla Roccaforte. E' necessario che tu prenda il comando degli esploratori.>>
<<sono a disposizione...>>
Una gelida occhiata del Maggiore troncò la risposta dell'arciere. Da quando era tornato era molto diverso, estremamente calmo, calcolatore e forse ancor più cinico che in passato, ma era altresì soggetto ad attacchi di rabbia furiosa, istantanei ed imprevedibili, ed i Minori iniziavano ad avere un discreto timore dei suoi repentini sbalzi d'umore.
<<ti ho insegnato tutto quello che so, ed in alcuni frangenti sei diventato migliore di me...>> Gli occhi del superiore erano tornati sui libri e la sua voce era piatta, senza alcuna traccia di ironia o sarcasmo, o di rammarico o orgoglio. <<... quindi affido a te la guida delle razzie. La guerra si avvicina ed è necessario rinfoltire le nostre linee, abbiamo subito troppe perdite. Trova quanti più cuccioli onirici riesci, ma non disdegnare Furie già mature, abbiamo bisogno di carne fresca.>>
Un brivido percorse la schiena del Cacciatore. Era stato proprio lo Stratega, anni prima e in altre vesti, a "reclutarlo forzatamente", trascinando lui e la sorella fino alla Roccaforte, per essere addestrati e "dare un senso alla loro misera vita".
<<una guerra? contro chi?>>
Con un sospiro il Maggiore appoggio la schiena alla sedia e guardò il sottoposto. Le ustioni non erano ancora guarite del tutto, e l'aspetto degli occhi non era migliore dell'ultima volta... nonostante questo le abilità con l'arco non ne avevano risentito.
<<contro chi non è affar tuo. Che siano gli altri Confini, i reietti, i popoli di questo mondo, o perfino i Tre, che ti cambia? Queste sono questioni di cui si occupano i nobili. Hanno mandato al macero un Confine senza che si levasse una spada, lasciali fare il loro mestiere. Ma come ben sai, le risorse si stanno esaurendo, e presto o tardi la politica non basterà più. A meno di novità presto bisognerà combattere per sopravvivere.>>
<<capisco Stratega. Ma non avevamo mai fatto razzie in questo mondo... non era... vietato?>>
<<ci era vietato, e ci è tuttora vietato, attaccare gli altri Confini. Ma la caduta di Ego e la presenza di un sempre maggior numero di disallineati ha portato molte Furie a non aver più la protezione dei Custodi. La fame ha inoltre spinto gli Onirici ad abbandonare i cuccioli al loro destino. Vi sono bande di farabutti che imperversano ai margini dalle città, senza un Nobile o uno stendardo da seguire. E' tempo di dare a tutti questi miserabili uno scopo più alto che il solo sopravvivere... E ORA VATTENE!!>>
Il tono dello Stratega era cambiato di colpo, dalla calma assoluta alla collera. Il colloquio era terminato ed il Cacciatore lasciò la stanza quanto più in fretta possibile.
view post Posted: 12/3/2017, 19:48 Evento Primavera 2017 - Spiragli - - STAFF DIXIT
Programma della Partita

Sabato 18 Marzo 2017

Ritrovo e controllo armi e armature, consegna dei Cartellini Personaggio, pratiche Assicurative [tutti coloro che hanno “X” sulla busta
Dalle ore 10.00 alle 12.00
Preghiamo i Capi Gruppo di presentarsi entro le 11:45, vi ringraziamo!
Nota: predisposizione tende, al vostro arrivo non perdete tempo e dispone le tende nel luogo adibito (FRONTE VILLA)
Nota Bene: Sarà possibile ritirare i cartellini dei ritardatari direttamente In Gioco presso L'EMPORIO, attendendo pazientemente il proprio turno ^_^

In Gioco!
Ore 13.00 (siateci!!!!!!) :clap:

Fuori Gioco!
circa le ore 01.00


Domenica 19 Marzo 2017

Ritrovo e controllo armi e armature, consegna dei Cartellini Personaggio, pratiche Assicurative
Sarà possibile ritirare i cartellini dei ritardatari direttamente In Gioco presso L'EMPORIO, attendendo pazientemente il proprio turno

In Gioco!
Ore 11.00 (automatico)

Fuori Gioco!
circa le ore 17.00


Luogo In Gioco:
"Culla di Ha"

Emporio:
Presente



Ci sono Regole ? :ennò:
Avremo ampia libertà di azione in moltissime zone di Villa Medici
È però necessario osservare alcune accortezze! Siamo in una location storica ed in parte ancora fase di restauro.

A) All’interno delle stanze e della corte nobile, non si possono utilizzare Archi o Balestre, i combattimenti SONO VIETATI per motivi di sicurezza;
tutto il resto è possibile dal semplice mangiare all'utilizzo delle pozioni e/o veleni e degli incantesimi non offensivi ed il Furto, con cartellini e senza.....

B) E' possibile fumare solo all'esterno della Villa, compreso il cortile piastrellato PRATICAMENTE in tutto il parco e dovrete utilizzare la stessa accortezza che usereste nelle vostre case: utilizzate i cestini e i posacenere, o al limite portatevi un sacchetto “porta mozziconi”: saremo quindi severissimi nell'applicare penalità in px per ogni singola infrazione rilevata.

C) La zona taverna è totalmente IG e posizionata in uno dei corridoi della villa

D) La Zona tende sarà predisposta a Fronte Villa ed indicata nel miglior modo possibile.

E) Per di più, come è ovvio, danneggiare o rovinare il parco e/o la struttura (es. i bagni o stanze) vi espone alla responsabilità personale civile e penale prevista dalle leggi italiane.

Lo Staff di Bollaverde Live vi augura buon divertimento! :yuppi: :sbav: :fiori: :clap: :|8):
view post Posted: 12/3/2017, 19:05 Estratto dal diario del viaggiatore - Resoconti In Gioco
Mese 11, anno 2516, Secondo giorno di viaggio

Ieri ci siamo messi in viaggio, da tempo mi era stato chiesto di intraprendere questa spedizione e le mie recenti esperienze mi hanno in qualche modo preparato su cosa aspettarmi dai territori esterni… Purtroppo però conosciamo ancora così poco di quel che ci circonda e alcune creature all’apparenza innocue si sono rivelate molto più pericolose del previsto. Proseguiremo circospetti anche se questo rallenterà il nostro viaggio



Mese 12, anno 2516, Settimo giorno di viaggio


Alla partenza ho messo gli altri in guardia sulle differenze tra i territori all’interno dei confini e quelli al di fuori, ma solo ora sembra che i miei compagni abbiano compreso le mie parole, era da tempo che non erano circondati da una vegetazione così rigogliosa, nonostante il pieno dell’inverno, la differenza sui territori interni alle aree dei nuclei e quella che attualmente ci circonda è evidente, quasi sconcertante. Non ricordavo tanto verde sin da prima della scelta dei custodi nelle vecchie realtà.



Mese 12, anno 2516, Undicesimo giorno di viaggio


Il viaggio procede tranquillo, senza particolari intoppi, se saremo accorti continuerà ad essere così. La scelta di un gruppo ristretto sembra sia stata la decisione giusta, nei giorni scorsi abbiamo avvistato qualche individuo di razza Vendol, siamo arrivati alla conclusione che si siano palesati a noi di loro spontanea volontà, come intimidazione per di stare alla larga dai loro territori di caccia. Inizialmente pensavamo ci stessero guidando in un imboscata ma si sono sempre mantenuti a una certa distanza senza mai intervenire direttamente.



Mese 12, anno 2516, Quindicesimo giorno di viaggio

Il freddo partecipa a sfiancarci, questa terra così rigogliosa ci è però ostile in molti modi, le nostre provviste si stanno rivelando propizie, non si è mai troppo cauti di fronte ai frutti di questo nuovo mondo.



Mese 12, anno 2516, Diciannovesimo giorno di viaggio

In base alle indicazioni di Lord Valdesir, dovremo continuare a seguire il corso del fiume Arcano verso sud, fino ad incontrare un’antica strada composta da bianchi sassi levigati. Niente di quel che ci circonda sembra provenire dall’antica realtà arcana, nessuna struttura, nessun segno di pietre o lastre anticamente lavorate è stato colto dai nostri occhi, eppure cerchiamo, quasi con avidità un segno in queste terre che possa collegarci al nostro passato, un qualche dettaglio in più che possa farci sentire nuovamente a casa nostra.



Mese 12, anno 2516, Ventunesimo giorno di viaggio

Durante la cena qualcosa di contaminato deve esser finito nel nostro pasto, avevo dato esplicite istruzioni di non utilizzare nessun ingrediente proveniente dai territori esterni ai confini, sono convinto che nessuno dei miei compagni possa esser così avventato da tentare la fortuna anche se, in questa zona vi sono molti frutti simili a quelli presenti nell’antica realtà arcana. Ciò che non è stato attentamente valutato prima, rischia di costarci molto caro, ora dovremo perdere alcuni giorni per riprenderci per poter poi ripartire.



Mese 12, anno 2516, Ventitreesimo giorno di viaggio

Camminiamo da molti giorni, alcune formazioni rocciose ci ricordano vagamente profili di statue o sembrano quasi siano state anticamente toccate da mani senzienti… Potrebbe esser autosuggestione, il desiderio di trovar veramente qualcosa qui fuori ci sta condizionando, o forse no…



Mese 12, anno 2516, Ventottesimo giorno di viaggio

Qualcosa di antico giace tra i rovi, speriamo possa esser la costruzione che stiamo cercando, riprendo tra le mani gli appunti che già da tempo mi sono stati consegnati e vado a rileggerne i dettagli che oramai conosco a memoria… “La rosa nera, un altare di marmo o pietra bianca”, indubbiamente queste rovine potrebbero esser ciò per cui siamo usciti in eplorazione… anche se non lo fossero, ormai non abbiamo alternative, dobbiamo rientrare presso la protezione dei nuclei oppure rimarremo senza cibo e saremo condannati a morte certa.



Mese 12, anno 2516, Trentesimo giorno di viaggio

Sulla via del ritorno abbiamo incontrato i resti di una battaglia tra tribù Vendol, probabilmente quelli che abbiamo incontrato all’andata sono stati con noi neutrali perché ain attesa un altro nemico. Sono esseri incredibilmente brutali, mi torna alla mente la battaglia con la Spaccacrani. Ci allontaniamo velocemente dalla zona per evitar di attirar l’interesse della tribù uscita vittoriosa dallo scontro.



Mese 01, anno 2517, Trentottesimo giorno di viaggio

Alcuni mie compagni mi ricordano che devo loro la paga pattuita e che prima di separarmi da loro dovrò mantenere la mia parte di accordo, al mio rientro a Redentiar, dopo aver saldato il mio debito dovrò recarmi immediatamente da Lord Valdesir, vorrà sicuramente conoscere a cosa hanno portato le sue indicazioni.



Mese 01, anno 2517, Quarantaduesimo giorno di viaggio

In questi giorni dovrebbe svolgersi un ritrovo degli appartenenti ai confini e non solo, spero che vada tutto per il meglio, ho imparato a fidarmi degli altri seguaci del mio confine e so che faranno del loro meglio per garantire la sopravvivenza di Ego, ormai ci rimane solamente Redentiar, l’unico posto in cui mi sento veramente a casa.



Mese 01, anno 2517, Quarantasettesimo giorno di viaggio

Qualcosa non va, ancora una manciata di giorni e saremo finalmente rientrati a casa, Redentiar non è lontana ma siamo tutti inquieti, non comprendo pienamente questa… Emozione, sarà quella che gli umani chiamano nostalgia di casa?



Mese 01, anno 2517, Cinquantunesimo giorno di viaggio


Siamo ai confini di Redentiar, fiumi di persone si allontanano portando con se i loro averi, le storie frammentate sugli accadimenti e la caduta di Ego mi lasciano senza parole, sono frastornato, stordito dagli eventi, quel che avevamo programmato, una spedizione, pochi elementi, fidati, il nostro viaggio è un azzardo che ci è costato caro, ora abbiamo perso molto, non solo il nostro custode ma anche parte della nostra identità, siamo esuli e mendicanti.
Devo trovare Lord Valdesir o Kurunir, presto!
view post Posted: 12/3/2017, 18:56 Le cose sono unite da legami invisibili - Non puoi recidere un fiore senza turbare una stella - Resoconti In Gioco
La torre nord é la più alta del castello.
Vi si accede solo dal mastio; dalla biblioteca si passa per un camminamento esterno, adornato da parapetti a cuspidi - architetture apparentemente gracili ma decisamente più aggraziate e snelle rispetto ai pesanti merli che corrono lungo la cinta muraria. Il camminamento, coperto da architravi, costeggia tutto lo strapiombo lungo il quale si erge la cinta muraria, fino alla torre nord.
La torre é costruita su due livelli: il livello inferiore resta al piano della cinta muraria e contiene la guardiola di vedetta e la piccola armeria di torre; dal camminamento invece si può accedere al livello superiore, una sovracostruzione di pietra che utilizza la tozza torre a base quadrata come fondamenta per ergersi molti metri in alto.
Il corpo centrale cilindrico di mattoni bianchi è avvolto dal prosieguo del camminamento, che si inerpica fino alla sommità.

Un sottile arco permette l'ingresso ad una stanza circolare delimitata non da muri bensì da pilastri di marmo bianco. Tali pilastri, che disposti a intervalli di 15 gradi coprono tutti i 360 gradi della stanza, sorreggono una canaletta dalla quale sgorga dell'acqua che cadendo forma - di fatto - le pareti della stanza.
L'acqua viene quindi raccolta da un sistema di canali che alimentano uno specchio d'acqua al centro del pavimento, e da li torna in circolo. I canali si contorcono lungo il pavimento formando disegni geometrici rallentando l'acqua nella sua corsa verso il centro, in modo da non perturbare lo specchio liquido con eventuali increspature.

L'intera struttura regge una cupola di limpido cristallo, molto bassa e piatta in modo da non distorcere né la visione dal basso né il riflesso nell'acqua di quello che sta al di sopra di essa. Il firmamento, specchiandosi sul pavimento e sormontando imponente la lastra di cristallo, riesce in questo modo a pervadere l'intero ambiente.

Quale luogo migliore per chi, dopo aver passato ore al chiuso in biblioteca, vuole soffermarsi a contemplare la volta celeste?

Alcuni grossi bracieri, coperti e forati sui lati, emanano un tenue fumo che profuma di incenso e riscalda l'ambiente.
Gli odori mischiati al suono della caduta dell'acqua forniscono un miscuglio di sensazioni che abbracciano l'Efore che in quel momento siede immobile sulla panca di marmo che circonda lo specchio d'acqua al centro.

"Takè? Non pensavo di trovarti qui... scusa il disturbo, vuoi che ti lasci solo?" farfuglia l'arcana, fermandosi sotto l'arco. Si è svegliata all'improvviso e non è più riuscita a prendere sonno, quindi ha pensato di fare una passeggiata fino alla torre per riordinare i pensieri e ritrovare la calma.

"No! Ruby niente affatto, vieni pure, siediti! Akuto tra non molto si unisce a noi, stava rimettendo in ordine i tomi sui resoconti delle intersezioni... prego siediti"

"Oh, va bene. Grazie mille."

La Silvana si accomoda a sua volta sulla panca, avvolgendosi alla bell'è meglio nel mantello. Si guarda attorno, nascondendo uno sbadiglio dovuto all'ora tarda e alla stanchezza per il viaggio di ritorno da Vesperia, fino a fissare lo sguardo sul riflesso del cielo stellato. La visione non è più ostacolata dalla luce della luna, che brillava nel cielo quando lei e Shedir erano andate a dormire ma è ormai tramontata da un pezzo. Perdendosi nell'ormai familiare scintillìo dei corpi celesti e nel caldo aroma dell'incenso, lascia finalmente andare il respiro che ha inconsciamente trattenuto fino a quel momento.

Un'improvvisa voce dalla penombra fa trasalire i due.

"Un Efore, un Silvano e un Aureo entrano in una biblioteca... E studiano tutta la notte... Brutta cosa l'insonnia."

Da una delle colonne spunta la figura di Akuto, che percorre la panca fino a sedersi di fronte ai compagni per studiare meglio i loro volti col suo unico occhio buono.

"Non sai quanto, soprattutto quando sei abituato a dormire otto ore filate per notte... " gli risponde Ruby con cenno di saluto. Vero è che si sta abituando a studiare fino a tarda ora, ma non sono solo i problemi con le cifrature che le impediscono di riposare bene...

Takè dopo aver abbozzato un sorriso aggiunge: "Allora? Quali novità da Vesperia?"

Dopo essersi stropicciata gli occhi arrossati, la Silvana torna a voltarsi verso l'Efore. "Mah, è stato un congresso interessante, un'ottima occasione per studiare, creare e soprattutto confrontarci in un clima decisamente più tranquillo di quello a cui siamo abituati... non ci sono state novità particolari legate al creazionismo, tuttavia... si cominciano a intravedere le potenzialità che potrebbero svilupparsi da una collaborazione organizzata di tutti noi creazionisti - sia grazie che nonostante le nostre differenze di razza e di carriera."

"Avete discusso anche di vetrificazione? "

"Purtroppo no, c'è stato poco tempo per gli scambi di idee su altri argomenti più specifici e <<privati>>. L'unica cosa che è emersa in merito, durante un piccolo e breve conciliabolo con altre colleghe, è che potrebbe trattarsi di un incantamento più che di una lavorazione artigiana... Ma è una teoria da prendere con le dovute precauzioni."

"Che tipo di precauzioni?" si interessa l'Aureo.

"È solo una teoria, non abbiamo ancora prove che la supportino o che escludano altre possibilità. Per quanto mi riguarda la vetrificazione potrebbe anche avvenire tramite rituale, non lo so... la teoria dell'incantamento è sicuramente una strada da seguire, ma senza escludere per forza le altre.."

"Seguendo questo ragionamento potrei azzardare l'ipotesi di un connubio: un rituale per porre in stasi l'oggetto e successivamente un involucro cristallino che ne impedisca il contatto con l'ambiente esterno, così da mantenerlo al riparo dal decadimento strutturale e dissipazione di energia"

"E' una teoria egualmente valida, direi.."

"Si Akuto, ok, ma adesso non è importante... in modo o nell'altro si tratta solo di un processo, non è quello che mi interessa ora... quello che mi interessa è il flusso storico! Che con il procedere del tempo non si procede in linea retta verso un incremento del progresso nell'ambito della conoscenza mi pare ormai ovvio...ma seguitemi un attimo! Abbiamo in mano un artefatto che proviene dal passato della realtà dalla quale proveniamo, quando ancora era una e non divisa... per realizzare un pezzo di questo artefatto è necessario un processo, una tecnologia, un qualcosa che nella nostra realtà di origine - sia quella arcana, umana o onirica - è andato perduto ma pare sia in possesso degli autoctoni, o almeno alcuni di essi"

"Poi mi spieghi la questione dell'incremento del progresso, ma vai pure avanti."

"Dicevo, non è l'unico oggetto antico rinvenuto, si parla anche di armi... in ogni caso, tutti noi diamo per scontato che i tre, presumibilmente avatar di qualcuno, abbiano eseguito delle operazioni di qualche tipo sulle realtà - copie, distruzioni, manipolazioni spaziali e temporali. Si dà poi come assunto che la copia o la creazione avvenga su una sorta di <<tela vuota>>... ma se così non fosse?"

"Aspetta... Sarà l'ora tarda ma faccio fatica a capire cosa intendi... provo a riassumere e semplificare, così verifichiamo se ho capito."

L'alchimista si alza in piedi ed inizia a passeggiare attorno alla panca, ragionando ad alta voce.

"Chiamiamo 1 la nostra realtà di origine e 2 quella nella quale ci troviamo in questo momento, in più possiamo chiamare X il dato manufatto che proviene da uno dei livelli della nostra realtà di origine. Per questo manufatto X noi della realtà 1 necessitiamo di una tecnologia che si trova solo nella realtà 2... sembra palese che questo rimescolamento di realtà sia causato dai tre che stanno giocando con le realtà come mescolando i pezzi di un mosaico... Corretto? Quello su cui non sei d'accordo è l'idea comune che la realtà dove ci troviamo ora sia stata creata dagli avatar dal nulla e apposta per questo scopo..?"

"Discorso interessante, ma non aggiunge o toglie nulla al problema iniziale di come riprodurre la vetrificazione di un componente... "

"Sì, sono d'accordo con te, Akuto, ma credo che della vetrificazione ci convenga riparlarne domattina a mente più lucida... Voglio capire dove vuole andare a parare Takè, piuttosto..." risponde lei tornando a sedersi di fronte all'efore.

"E' esattamente quello che intendo, sì! Il senso della <<tela vuota>> è che ora potremmo non trovarci su una realtà creata dagli avatar. Noi sappiamo per certo che gli avatar, con la porta d'oro, ci hanno solo copiato delle cose dalle nostre realtà, ma non abbiamo indicazioni precise su quando e come questa realtà sia stata effettivamente creata... e soprattutto da chi. L'unica cosa certa è che quando la vecchia Thillvargan è caduta questa realtà esisteva già, dato che come abbiamo visto la città è caduta qui!!"

"Vero... Quindi intendi suggerire che potrebbe esserci un altro Deus Ex Machina che si è occupato della creazione della realtà in cui ci troviamo ora? Non è da escludere. Ad ogni incontro con le razze autoctone o semplicemente per casualità otteniamo nuovi livelli di consapevolezza sulla nostra posizione nella grande scacchiera di queste Realtà... " Akuto volge lo sguardo verso l'orizzonte buio.
"Chissà, potrebbe essere una delle tante conoscenze che potremo scoprire *domani* e *laggiú*... non scordiamoci che di questo mondo non conosciamo ancora nulla, al di fuori di quel poco che abbiamo esplorato finora... e come Aureo e Corvo sono assetato di conoscenza."

"Si, ho capito cosa intendete. È sicuramente un'ipotesi degna di nota... soprattutto perché implicherebbe il fatto che i tre stanno mettendo le mani su una realtà non creata da loro... e chissà, magari il palesarsi di questo Deus ex machina esterno potrebbe ribaltare la situazione. Ci trovassimo veramente in una realtà creata da un Deus ex machina di cui non sappiamo nulla, però, le nostre possibilità di diventare compatibili con la realtà stessa non sarebbero quasi pari a zero?"

"Non è così scontato. Se si trattasse di una realtà sempre esistita come parte di una ancora più antica realtà, proprio come la nostra? Ipotizziamo per assurdo un insieme nel quale sono contenute realtà in numero variabile. Queste realtà sono inizialmente simili tra loro.
Se la nostra realtà unica di origine e questa provenissero da un insieme iniziale comune, non avremmo difficoltà ad adattarci, non fosse che la nostra realtà di origine è stata scorporata in parti che - oltre a non essere perfettamente compatibili fra di loro - prese singolarmente non sono compatibili nemmeno con questa realtà."

Takè taglia il sigaro che ha tenuto in mano fino a quel momento e comincia ad accenderlo. Uno sbuffo di fumo sale verso l'alto.

"Di conseguenza ci ammaliamo, tutto ci è ostile... quando i Silvani hanno piantato il seme del Grande Albero si sono causate ingenti devastazioni, che onestamente non so se si stanno rimarginando.. alla luce di queste considerazioni, l'unico modo di influire con successo sulla realtà attuale sarebbe l'utilizzo di artefatti antichi provenienti dalla nostra realtà iniziale comune precedente alla divisione - creati quindi quando la realtà era più simile a questa. Artefatti come l'astrolabio su cui stiamo lavorando dovrebbero essere in grado di interagire con l'ambiente senza danneggiare la realtà attuale non portando energie esterne e squilibri dannosi.. e ciò confermerebbe la visione che abbiamo avuto durante il rituale di divinazione, che non suggeriva effetti collaterali nell'uso dell'astrolabio, neanche minimi."

"Beh, la visione" la Silvana sospira chiudendo gli occhi, rivedendo per la milionesima volta scorrere davanti a sè le immagini viste durante il rituale. "Non solo non mostrava effetti collaterali nell'uso dell'astrolabio... al contrario ne mostrava invece le capacità di riequilibrare e normalizzare quanto danneggiato e destabilizzato. Lo definirei quasi uno strumento di guarigione, ecco, se mi passate il termine."

"Beh, quella potrebbe essere anche una visione relativa al suo contesto di origine."

"Mh, può essere... E se invece... fosse la sua funzione primaria?"

Nel silenzio che segue Akuto sbuffa e si alza, dando la schiena ai compagni. "Bene... Per me è ora di tornare ai tomi. Per quanto riguarda il prossimo raduno di forze, io e Huginn vi anticiperemo di un'oretta." borbotta, prima di avviarsi verso l'uscita.

Malgrado la stanchezza, l'improvvisa tensione nella postura dell'Aureo - che comunque ritrova immediatamente il controllo, resistendo alla tentazione di sfiorare l'orbita dell'occhio perduto - non passa inosservata agli occhi dell'alchimista. La Silvana sospira, preoccupata, ma subito accantona i propri pensieri tornando al presente di quello strano nome mai sentito.
"Ehi, Akuto! E chi sarebbe questo Huginn?" esclama, ma la sua domanda - e lo sguardo interrogativo di Takè - sono destinati a non avere risposta.
Akuto varca silenziosamente la soglia, sparendo nella penombra.
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