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La Partenza, Dal diario dell'Ahalu Athedeth

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view post Posted on 8/7/2014, 21:34

Il "Membro" per Eccellenza

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Abbiamo organizzato la partenza in pochi giorni. Dopo la decisione nella Sala dello Jarl di partire per Vesperia c'è voluto poco per allestire un'ambasceria.

Yngvar è smanioso di partire. In prima fila ci intima di far in fretta, salgo a cavallo e mi affianco a lui. Ha lo sguardo deciso come sempre, coordina gli uomini con ordini secchi e precisi, in pochi minuti siamo in marcia.
Il rumore degli zoccoli è soverchiato da quello degli scalpelli, i mastri muratori urlano a gran voce indicazioni ai loro attendenti e i lavoranti continuano a tagliare e posare pietre.
La ricostruzione di Porto Freddo va avanti, non si è mai fermata, nonostante il gelo e la fame. Anzi, ha acquisito ancor più vigore da quando abbiamo riforgiato la spada del Re del Nord.
Cavalcando attraverso la città vedo le teste degli uomini che si girano al passaggio del Re, lo guardano con occhi colmi di speranza e con brevi cenni delle mani o della testa salutano il suo passaggio. Non c'è tempo ne necessità di riverenze o inchini, c'è del lavoro da fare e non è con una genuflessione che si dimostra la fedeltà al Nord.
Da quando siamo rientrati sembra che la speranza sia tornata a Porto Freddo, come se Yngvar, non più solo Jarl del Clan Krhom, ma nuovo Re del Nord possa ora invertire le sorti di Numea.

Infondo è quello che stiamo andando a tentare di fare.

Scendere a Vesperia ora è decisamente pericoloso, Rodrick ha ragione, stiamo servendo all'impero il Re del Nord su un piatto d'argento. Yngvar è diventato una potenziale minaccia per Aureliano, se dovesse arrivare ad unire tutti i clan potrebbe controllare una forza ancor più grande dell'impero stesso alla quale il sud farebbe molta fatica ad opporsi, ma adesso non è ancora abbastanza forte al nord per poter camminare nelle strade di Vesperia tranquillo, è l'attimo perfetto per toglierlo dalla scena senza troppo clamore.

No! Non è proprio il momento migliore per entrare a Vesperia, ma è l'unico che abbiamo.

Non ci sono alternative, dobbiamo incontrarci adesso con l'impero, poi con tutta Numea e dobbiamo trovare una soluzione o non ci sarà più un Nord o un Sud o delle Isole.

Yngvar questo lo sa, è conscio dei pericoli di questo viaggio, ma anche dell'urgenza, a maggior ragione ora che Leonardo è morto. Il Principe, per quanto non mi piacesse, era un interlocutore degno di un minimo di stima, Yngvar invece ha parlato molte volte con lui, per molto tempo, anche quando si trovava sul punto di morte, l'aveva eletto Deravash del nostro popolo e lui tra tutti aveva un posto di riguardo nei pensieri del nostro Jarl. Ora il Sud è una totale incognita, con un vecchio affranto al comando e un Empirista come consigliere.

Siamo usciti dalle mura e il corteo del Re si dipana lungo la strada, siamo pochi, non c'è bisogno di una lunga carovana, avrebbe solo rallentato il passo è rubato risorse alla città. Il Nord non è un pavone che ha bisogno di mostrare quanto sia lunga e colorata la sua coda per incutere timore e rispetto.

Perso nei pensieri mi sono accorto di essermi attardato, con un leggero colpo dei talloni incito il cavallo ad aumentare il passo in modo da raggiungere la testa.
Passo accanto ai nostri uomini, vedo ciò che siamo: un'ambasceria di guerrieri, come si conviene al Nord, sorrido orgoglioso dei miei fratelli.

In testa Yngvar in armatura completa detta il passo, alla sua destra Sigmund, immancabile ed impettito nel suo ruolo da Huscarlo, alla sinistra c'è Rodrick, ironico e sprezzante anche nel modo di cavalcare.
Dietro a Sigmund segue Vilkas, il giovane Vikti Aral, sarà una bella sfida per lui questa ambasceria, ma sono convito che riuscirà a cavarsela. Dietro di lui l'immancabile Kahara che non lo perde mai di vista. Al piccolo trotto mi affianco a Rodrick, rallento il cavallo e mi volto per un ultimo sguardo alla città: il profilo di Porto Freddo si staglia in contrasto con il bianco della neve e con il grigio delle nubi, nel porto si riconosce la forma minacciosa di un Drakkar nero all'ancora. Mantengo lo sguardo ancora qualche attimo e nella mente mi ritorna l'ultima immagine che ho visto di Krahal Vajar, ormai più di tre anni fa.

Torno a guardare verso la nostra meta, verso Vesperia, certo che al nostro ritorno marceremo a nord per riprenderci il nostro luogo di nascita.
 
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