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L'Alchimista, di Markan

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view post Posted on 19/7/2014, 21:59

Il "Membro" per Eccellenza

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Pianeta della Galassia esterna

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Il cuore batteva all'impazzata pieno di paure, la mente salda , e gli occhi pieni di lacrime per aver lasciato "lei"e i suoi fratelli nell'intersezione.

Ma il suo compito non poteva aspettare e non poteva affidare il suo lavoro a nessun altro ,
Appena fuori dalla singolarità i due compagni di quel viaggio così importante cominciarono a cavalcare all'impazzata alla volta di Vesperia,ma la sensazione di morte che attanagliava l'achimista nella realtà appena lasciata lo seguiva anche in quella umana.
Non c'era tempo da perdere, la cura doveva essere somministrata prima dello scadere dell'intersezione.
I secondi sembravano ore e il battito dal cuore dello studioso pareva sovrastare il battere degli zoccoli del animale lanciato al galoppo.
Ad un tratto ,come raggi di sole che squarciano le tenebre , i due videro in lontananza dietro alcune colline la meta tanto agonata.
Tutto gli sembrava surreale, la percezione del mondo era amplificata dall'adrenalina,non riusciva quasi a proferire parola.
Solo una breve pausa per mostrare il lasciapassare imperiale firmato da Lady Flavia,per poi riprendere la sua folle corsa contro il tempo lungo il dedalo di navate, corridoi e scale.

Giunto in fine nella stanza dell'imperatore, si fece largo con forza tra la piccola folla di alchimisti,cerusici e maestri che, pur con la loro sapienza, nulla avevano potuto contro quell'ignoto male.

L'udire il flebile respiro del moribondo e vedere quello che un tempo era esempio di forza, fierezza e regalità ridotto ad un guscio pallido e smunto, gli fece temere che ogni sforzo compiuto sino ad ora fosse risultato vano.
Gli somministrò la pozione con accuratezza e decisione facendo attenzione che il contenuto non andasse perso.
Dopo alcuni istanti l'imperatore sgranò gli occhi, una patina violacea copriva il cristallino, le pupille dilatate, dalla bocca oltre a grida strazianti fuoriusciva un grigiastro muco misto a sangue raggrumato, atroci spasmi gli facevano contorcere ogni fibra, a stento, l'unione delle forze di tre uomini riuscì a trattenere quella furia così innaturale.

Un'atmosfera greve permeata di oscure presenze aveva circondato la stanza, nessuno degli allibiti presenti aveva la percezione dello scorrere del tempo .
Ad un tratto le convulsioni aumentarono, uno dei paggi fu scaraventato sul pavimento della camera da letto, e dalla bocca dell'imperatore fuoriuscì un nero giglio screziato di viola , che in un momento si volatilizzò come un brutto incubo al risveglio.

Da li a breve lo stato di salute del sovrano cominciò a migliorare, il respiro più regolare e il colorito si fece roseo.
Il giovane fece un prelievo di sangue per analizzarlo, i presenti tentarono di fermalo.
ma solo l'intervento del maestro Kallhan permise al legionario di procedere con il suo lavoro,alzò lo sguardo attento alle parole che il suo mentore stava pronunciando.

"Ragazzo mio, era scritto che fossi destinato a grandi cose.

Le mie lezioni impartite a colpi di scudiscio sono state ben apprese."

Incantato, il vecchio maestro, osservava il suo discepolo intento in quella nuova arte, colpito dalla perizia dell'alchimista.
Il tempo scorreva e lo sguardo attento del giovane legionario non abbandonava il liquido rosso,fluido di vita dell'imperatore.

Finalmente un sospiro di sollievo annunciò che l'imperatore era finalmente guarito e non c'era più traccia dell'oscuro male.

L'alchimista e il suo antico mentore si trattennero alla presenza del sovrano per tutto il tempo che occorse per una piena guarigione.
Passarono il tempo conversando e ricordando i tempo passati e le avventure vissute nell'intersezione.
Non solo argomenti lieti furono trattati, anche la morte del Principe,quella dello dello spirito e quella del corpo.
Straziati dal triste racconto tutti erano provati dalle lacrime di dolore versate dall'imperatore e il vecchio maestro, scosso da brividi,trovò il coraggio di confessare al suo allievo la triste notizia della perdita dei genitori, avvenuta durante la sua assenza dal palazzo imperiale.

L'imperatore commosso prese in disparte l'alchimista.

"Che cosa posso fare per ripagarti dei tuoi servigi e dimostrati la mia gratitudine" domandò al giovane.

"Nulla" ripose lui. "Nulla è dovuto, ciò che cerco e bramo è solo conoscenza.

Non solo io sono stato l'artefice della vostra guarigione, ma tutta la realtà umana si è prodigata per questo fine."

Alcuni giorni dopo, l'alchimista, scortato da un drappello imperiale,
lasciò il palazzo alla volte della propria coorte con il cuore pieno di gioia e soddisfazione,
sensazioni che solo in parte avevano alleviato il suo animo dal greve peso di morte e desolazione che si era trascinato dietro dall'intersezione.
 
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