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Capitolo 1: Vita, morte e unione - adagio, crescente, allegro , di Buio

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view post Posted on 9/4/2014, 22:56

Il "Membro" per Eccellenza

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Pianeta della Galassia esterna

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Tik, tak, tik, tak
Il tempo non aspetta
Tik, tak, tik, tak
Il tempo scappa dalla mani, soprattutto quando non se ne abbastanza.
Buio non corre … mai!


In questa situazione ho le ali ai piedi. Al diavolo la pacatezza dei movimenti che spesso mi rendono quasi invisibile, permettendo di muovermi in piena vista senza quasi essere notato. La strada è ben nota e NULLA può mettersi sul mio cammino.

“Buio tutto bene?” mi sento chiedere.

“Io non mi metterei sulla mia strada, se vuoi che vada tutto bene”

Parole pronunciate con una ferocia inusuale, il passo non rallenta, abbasso leggermente le spalle pronte per impattare su di loro e aprirmi il varco, le conseguenze verranno poi… ora non ho tempo per girare intorno ai raggruppamenti di gente che mi si parano davanti. Gli altri si spostano, nulla arresta il mio incedere. Dietro di me sento i passi della Tirannia, l’ombra di un’ombra. Raramente mi lascia il fianco scoperto e a volte a fatica riesce a starmi dietro.

Ma io non corro mai.



Poco prima una banale schermaglia, nulla di che, gli onirici sono tanti, troppi e i non morti non sono i numero tale da preoccupare eccessivamente.

“BUIO, 3 DEI TUOI SONO CADUTI!!!”

Un’unica creatura, la mia testa e quella dei fratelli intorno a me si girano in direzione del richiamo. Occhi spalancati, attenti ... in cerca dei Fratelli che hanno bisogno del nostro aiuto

Le armi vengono sguainate, il cuoio delle impugnature scricchiola sotto la stretta delle mani che le serrano.

Qualunque cosa ci si pari davanti vedrà la propria fine sul nostro avanzare.

Li troviamo, due di loro stanno “bene”, si stanno riprendendo da quel giro troppo vicino al baratro del non ritorno, qualcuno è intervenuto prima di noi. Il terzo corpo rimane immobile, Cancrena non da segni di vita… tutti speriamo di temere solo il peggio. Insonne si butta su di lui, disperatamente attinge al suo potere inondando il corpo di Cancrena di magia taumaturgica senza sortirne alcun effetto. Ne dopo il primo tentativo... ne dopo il secondo… fino a bruciare ogni singola briciola del suo potere nel disperato gesto di farlo tornare in vita. Non serve a niente.

I Fratelli si disperano, ma c’e’ ancora tempo!

Un’orrida creatura ha il poco fortunato tempismo di attaccarci in quel momento, i suoi colpi sono potenti e riesce quasi a mettere fuori combattimento alcuni di noi. L’aria sfrigola, grosse quantità di potere stanno per essere adoperate, intorno a me sento i Fratelli che lo richiamano iniziando ad intonare formule su formule e chi non può ha già iniziato a caricare il bersaglio. Lo scontro si risolve rapidamente, io stesso partecipo in prima linea: con poco spirito di autoconservazione e molta sete di sangue e vendetta combatto con un unico obbiettivo: ridurlo in polvere. Il corpo esanime giace a miei piedi, ma sono accecato dalla rabbia e continuo ad infierire, continuo a colpirlo… fendenti, calci, insulti fino a ridurre il suo corpo in un ammasso gelatinoso con la testa spappolata sul terreno.

Riprendo il controllo di me stesso, è giusto cedere alle emozioni ma ci sono cose da fare, C’è ancora tempo.

“Fratelli, raccogliete il corpo di Cancrena e portatelo all'emporio, se siamo fortunati possiamo ancora fare qualcosa.”

La sete di sangue nei loro occhi si estingue, eseguono il comando e inizia la nostra marcia.

Tik, tak, tik, tak

Non siamo fortunati.

L’emporio è pieno di gente, onirici, arcani e umani sono intenti a chiacchierare e commerciare. Alcuni capiscono subito la situazione e prestano il loro aiuto come possono, danno informazioni su chi può avere quello di cui abbiamo bisogno o prestano assistenza con le loro arti. Solo un umano sembra non capire la situazione, troppo preso dalla sua avidità e attività osa rispondermi in modo sprezzante.

Salvato da Caos, proprio mentre stavo per decidere di scavalcare il tavolo e andare a prendermi la sua testa, Interviene riducendo magicamente al silenzio lo sventurato … posso dedicarmi ad altro.

Muovo i miei fili, qualcuno di noi si prende cura del corpo e restano a vegliare su Cancrena, altri lasciano la stanza per motivi che solo loro sanno.

Il tempo corre e io anche.

Sono pronto a fare di tutto, a tentare il tutto per tutto per riportarlo tra noi.

Nuovi accordi vengono presi, un nuovo patto è stato siglato.

Il risultato: quello sperato.

Non sono presente quando i polmoni di Cancrena si riempiono nuovamente d’aria, ma quando ritorno vedo un capannello di onirici, i miei onirici… vedo i miei innocenti che sorridono sollevati, contenti, vedo mani che tirano pacche sulle spalle della persona al centro.

Arrivo da loro e il cerchio si apre rivelando Cancrena in piedi. I nostri sguardi si incontrano, una lacrima scorre sulla mia guancia, una lacrima di gioia e di sollievo.

Lui vorrebbe inginocchiarsi ma io non glielo permetto, lo afferro per le braccia e lo tiro a me abbracciandolo da fratello a fratello. La gola è chiusa dalle emozioni, i nodi sono talmente fitti e serrati che non una parola riuscirebbe ad uscirne, neanche volendo.

...

Dalla vetta dei monti che chiamo casa osservo in direzione della pianura che si estende ai suoi piedi e, poco oltre, la distesa d'acqua nera che circonda l'isola. La notte mi avvolge con il suo freddo abbraccio ma non "regala" incubi o sogni come di consueto.

Io sono l'oscurità e l'oscurità è me.

Il silenzio è la mia compagna di veglia, talmente pressante che il suo frastuono è fastidioso, opprimente come le tenebre in cui sono immerso.

Un terribile ruggito lo squarcia; il grido di ogni fibra del mio essere spezza l'immobilità riecheggiando di vetta in vetta riempiendo valli e gole del mio tumulto interiore. Rabbia... e Tristezza.

La mano va veloce alla cintura, la fioca luce delle stelle non è sufficiente a permettere di vedere qualcosa, ma questa si muove sicura e precisa. Questo gesto sta diventando tristemente familiare ... purtroppo.

Compare un pugnale sulla cui lama si specchiano le stelle, osservo la loro fredda luce riflessa su di essa. Senza indugio poggio la sua punta appena sotto l'occhio e lentamente incido ... un'altro segno. Cinque erano quelli che già decoravano il mio volto, ora aggiungo il sesto. La mano non vacilla, il gesto di per se non mi provoca alcun dolore, o meglio il dolore della ferita è sovrastato da quello che essa rappresenta. Concludo il mio personale rito, guardo la sagoma del pugnale che stringo in mano. L'oscurità non mi permette di vedere altro, il mio sangue che lo ricopre lo rende solo un nero oggetto estraneo stretto nella mia mano, le stelle non si specchiano più sulla sua lama.

Lo scaglio nell'oscurità con tutta la forza sia fisica che quella generata dalle emozioni che ho in corpo. La lama viene ne inghiottita ... ne immagino la traiettoria e il suo volo.

"Addio Fratello.

Addio Misericordia."

Raggiungi gli altri, ci rivedremo tutti nell'abbraccio di Nito.

Il taglio è profondo, lo sento bruciare ...

Come per gli altri ...

"Bene, rimarrà la cicatrice" penso ...

Come per gli altri ...

Tutti vedranno il nuovo sfregio, nessuno lo noterà, nessuno ne capirà il significato o gliene darà peso. Resto in quel luogo ancora qualche minuto o ora, non so.

Le tenebre cedono il passo, il chiarore del nuovo giorno invade tutto quello su cui poso lo sguardo. Solo allora mi rendo conto di quanto tempo è passato e solo quando vedo il sole fare capolino dalle acque, copro la testa con il tanto familiare cappuccio e rientro al riparo. Le Grotte sono più’ vive che mai, dopo la riconquista i servi sono tornati, e il castello sotterraneo dei Primi Figli dell’Incubo ha visto vita nuova anche se l’aura di morte continua ad essere presente per le perdite che abbiamo subito. Il sangue macchia la parte visibile del mio volto e le vesti, i servi mostrano deferenza, non solo alla mia figura, ma anche al significato di quel gesto. Alle mie spalle sento passi che si allontano velocemente e chiamare a gran voce Armonia.



La sua mano gentile si posa delicatamente sul mio braccio e mi richiama al presente, mi guarda con un mezzo sorriso tirato, annuisco e lei si mette all'opera. Non serve parlare, non serve dire niente. Non è nulla di nuovo, questo teatrino si è replicato altre volte … cinque per l’esattezza. Qualcuno porta dell’acqua fresca, qualcun’altro bende pulite, con un'efficienza già collaudata tutto il necessario arriva e Armonia può mettersi all'opera. In ogni caso bisogna prendersi cura della ferita.

….

La brezza marina fa schioccare lo stendardo e tira le vesti, il nostro punto di osservazione è poco distante dall'approdo noto per giungere sull'isola, ma nulla a che vedere con il nostro nascosto. Una vela entra in quello che potremmo generosamente definire porto. Un ammasso di assi traballanti che si buttano sulle acque, eppure l’unico luogo da questo lato dell’isola dove possono sbarcare.

La sposa è giunta.

Alle mie spalle i miei armati stanno effettuando gli ultimi preparativi, una “breve” passeggiata ci separa dall'ingresso nascosto più vicino. Ancora non si fidano del tutto e hanno escogitato un piccolo espediente, li porteremo si nei nostri domini, ma saranno bendati per evitare che possano rivelare la strada o che la possano ricordare.

Ecate con i suoi risale dall'approdo, non è l’amore che ha portato a questa unione, non vi sono baci passionali o sguardi languidi. I Capi Clan non sempre possono permettersi questo lusso, ma ammetto che poteva andarmi peggio.

Con la coda dell’occhio vedo Sorriso che ci guarda, i miei fratelli sono trasparenti ai miei occhi, in lui leggo ancora la speranza che tra me e lei possa nascere qualche tipo di sentimento positivo … e ogni volta non perde occasione per chiedermelo.

“Buio ma sei proprio sicuro che è solo per convenienza questa unione?”

Le sue parole mi tornano alla mente e mi fanno sorridere.



Un grande banchetto, schiamazzi, urla, risate e i fumi dell’alcol riempiono uno dei saloni . I Razziatori sanno fare il loro mestiere, le provviste sono arrivate copiose e non dubito che abbiano messo particolare zelo questa volta. Gli onirici dei due clan si sono uniti nel fare baldoria, spero che riescano a fare altrettanto in battaglia. Lasciamoli divertire per il momento, avremo modo di mettere alla prova quanto potranno essere coesi.

C’e’ un momento in cui i propri seguaci devono essere lasciati “liberi”, il momento in cui chi comanda deve lasciare il posto e permettere loro di “esprimersi” al meglio. Quel momento e giunto e rivolgendo uno sguardo molto eloquente ad Ecate lasciamo la sala. La nostra uscita è accompagnata da risate e commenti spinti, ce lo aspettavamo e loro sapevano … non potevamo deluderci a vicenda.

Lo strascico dell’abito nero di Ecate fruscia sul pavimento levigato mentre la guido per il dedalo di corridoi, divertito guardo il suo tentativo di celare l’espressione di sorpresa sul suo volto, forse si aspettava i tunnel di una miniera ...

La porta nera in fondo al corridoio è la nostra meta, alcuni innocenti al mio servizio hanno insistito nel voler preparare loro la stanza agli “sposi”, si allontanano da noi rivolgendomi grandi sorrisi.

Oltre la soglia un ambiente caldo, il fuoco nel camino ruggisce ed è l’unica fonte di luce, gettando tutto l’ambiente in penombra. La mobilia e semplice nell'aspetto, senza inutili fronzoli, pelli ricoprono il pavimento, da un lato un tavolo con carta e inchiostro pronto alluso, ma il vero protagonista della stanza è il letto.

Entra e inizia a girare lentamente per l’ampio spazio con il fare di chi sta solo familiarizzando con l’ambiente, ma non posso far a meno di notare i suoi occhi che guizzano da un punto all'altro cercando qualcosa.

Dalla soglia della porta, sulla quale mi sono fermato, assisto alla scena, “Benvenuta” le dico accompagnando le parola al solito sorriso beffardo che ben conosce. Non dice nulla, ricambia con l’altrettanto familiare espressione di quando sa che mi sto prendendo gioco di lei.

Si ferma accanto al letto, slaccia il vestito che le cade ai piedi con un unico movimento.

“Quindi ?” mi domanda con quasi aria quasi di sfida.

La porta si chiude.



Molte cose sono cambiate, molta stanno cambiando.

Nuovi Pastori e nuovi Tetrarchi.

Nuove alleanze, nuovi comandanti e nuovi “equilibri”.

Morti eccellenti e altre che potevano essere evitate.

Un solo punto rimane fermo, noi siamo creature generate da sogni ed incubi, eterei e imprevedibili come solo loro posso essere. Ma anche noi, come loro, siamo destinati a svanire al risveglio ?
 
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