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Lettera ad un amico scomparso , di S.B.

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view post Posted on 16/4/2014, 17:48

Il "Membro" per Eccellenza

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Caro amico…

Nella fredda stanza della locanda l’uomo storce le labbra, sbuffa e accartoccia il foglio di pergamena, gettandolo alle sue spalle. Il suo respiro si condensa in nuvole lunghe e sinuose.

Mio buon amico…

Un nuovo tentativo fallito. Il fruscio della carta accartocciata e il rumore sordo appena percepibile quando cade al suolo. L’uomo si alza dalla scrivania e avanza verso la finestra, affacciandosi.
Respira a fondo e lascia che l’odore della primavera gli riempia i polmoni. Lo inebria, quasi lo incanta. Alza gli occhi al cielo e osserva le nuvole che si seguono lente. Una di queste, nota, assomiglia ad un cappello,...il suo cappello.
Chiude gli occhi mentre una lacrima lenta scivola dal suo volto e silenziosa cade sul pavimento di legno.

Con un movimento rapido e improvviso, come se avesse appena scoperto qualcosa, l’uomo chiude la finestra e torna a sedersi alla scrivania. Prende una pergamena vuota, intinge la penna nel calamaio e lascia che la sua mano scivoli armoniosamente sul foglio, controllata solo dalle sue più intime emozioni e dai suoi ricordi.

Amico mio.
Ricordo ancora il primo giorno in cui ci incontrammo. Ragazzi insicuri e senza un vero scopo nella vita, presi sotto l’ala protettrice da colui che per noi è stato una fonte di ispirazione, colui che ci ha mostrato la strada.
Tu eri così allegro e spensierato, sempre con gli occhi rivolti al futuro, sempre con la mente rivolta alla libertà assoluta. All’epoca io non sapevo ancora cosa volevo, cosa cercavo, quale era la mia strada.

Ricordo ogni nostra avventura alla ricerca di tesori, alla ricerca di bestie. Nessuno poteva fermarci, nessuno poteva dirci “qui non siete i benvenuti!” oppure “la non potete andare!”.
Eravamo come un fiume in piena, che alimentato dalla pioggia torrenziale corre rapido verso le rapide, per gettarsi nel grande lago della vita. Eravamo scapestrati, forse un po’ pazzi, impazienti di scoprire qualsiasi cosa il mondo ci stesse nascondendo.

E’ stato bello camminare al tuo fianco, condividere con te ogni avventura. Quando ognuno di noi si allontanava per i propri affari ma poi puntualmente, come se tutto fosse calcolato, ci si ritrovava nella solita taverna, a raccontarsi tutto.

Ora però sono da solo in questa taverna e continuo a guardare la porta d’ingresso, sperando che come tuo solito tu possa entrare di corsa, da un momento all’altro, urlando “Ehi sei qui?! tira giù quel tuo sedere pesante da quel letto e andiamo a bere, ho un sacco di cose da raccontarti!”. Purtroppo però so che non succederà, non può più succedere.
Eppure ti prometto che continuerò a venire qui, continuerò a immaginare la tua voce, a sentire le tue risate e riderò da solo, come un idiota, pensando alle fantastiche e stupide situazioni in cui ti imbatterai nella tua nuova strada!.

Spero che il tuo nuovo viaggio sia pieno di avventure e sicuramente un giorno avremo l’opportunità di raccontarci tutto ciò che ci è successo, come ai vecchi tempi. Sicuramente io avrò molto da raccontarti.

Ciao amico mio.

Arrivederci.
 
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